Anche senza più alcun ruolo ufficiale, al Giro d’Italia non può mancare un’incursione di Davide Cassani. L’ex corridore, commentatore e tecnico della nazionale, ha approfittato delle prime giornate della corsa rosa per presentare un nuovo libro, ‘Ho voluto la bicicletta’. In un’intervista rilasciata a La Repubblica a margine del Giro, Cassani ha parlato di tanti temi d’attualità del mondo e del Ciclismo, dal ritiro di Nibali al suo progetto di creare una nuova squadra con un’impronta fortemente italiana.

Ciclismo, Cassani e il progetto della nuova squadra

Da quando ha terminato la sua avventura alla guida della nazionale di ciclismo, Davide Cassani sta lavorando sottotraccia per mettere le basi ad un progetto che concretizzerebbe un suo vecchio sogno, quello di una squadra professionistica. Il tecnico romagnolo sta cercando di attrarre degli sponsor importanti per mettere insieme un budget utile a far nascere un team professional di alto livello, paragonabile a una Alpecin Fenix o una Arkea Samsic, e dare successivamente la scalata al World Tour.

Il progetto non è certo di facile realizzazione, perché “i grandi sponsor preferiscono investire negli eventi del ciclismo e non nelle squadre” ha dichiarato Cassani, che però resta ottimista sulle possibilità di potersi presentare con questa nuova squadra al via della stagione di ciclismo 2023.

‘Mi hanno impedito di restare a Tokyo’

Cassani ha parlato della notizia che ha segnato questi primi giorni di Giro d’Italia, l’annuncio dell’addio al ciclismo di Vincenzo Nibali. “Il vuoto che verrà a ottobre sarà difficile da colmare” ha dichiarato l’ex commissario tecnico azzurro, aggiungendo che Nibali “ha avuto la pazienza di rialzarsi dalle cadute che gli hanno tolto un Mondiale e un’Olimpiade”.

Cassani è tornato anche sulle polemiche che hanno accompagnato la rottura del rapporto con la Federciclismo. Sia nel suo libro che nell’intervista a Repubblica, l’ex Ct ha accusato la Federazione e il nuovo presidente Dagnoni di averlo rispedito a casa durante le Olimpiadi di Tokyo. Una volta concluso il programma olimpico del ciclismo su strada, Cassani era infatti rientrato in Italia per volere della Federazione e tra accese polemiche, senza poter restare nel gruppo azzurro durante le gare su pista.

Ufficialmente l’ex tecnico aveva dovuto lasciare il Giappone per il contingentamento delle presenze dovuto all’emergenza sanitaria.

“Hanno detto che non c’erano accrediti per tutti” ha raccontato Cassani, che però è convinto che la realtà fosse un’altra. “Mi hanno impedito di restare perché non volevano che mettessi la faccia sulla vittoria del quartetto dell’inseguimento” ha raccontato Davide Cassani.