L'inizio della stagione 2025 del ciclismo professionistico è stato segnato da diversi episodi che hanno riacceso il dibattito sulla sicurezza durante le corse. Oltre che con le consuete cadute, i corridori hanno dovuto fare i conti con le macchine entrate sulle strade all'Etoile de Besseges e con un percorso mal segnalato nel finale della Volta Algarve, che ha portato numerosi corridori su un viale aperto. Alla vigilia dell'apertura del calendario belga del Ciclismo, fissata per sabato 1° marzo con la Het Nieuwsblad, Sporza ha incontrato l'ex campione Sep Vanmarcke per approfondire il tema della sicurezza e le possibili idee per migliorare sotto ogni aspetto.
Vanmarcke incontrerà presto l'Uci per formulare le sue proposte e ha anticipato a Sporza il suo progetto. Secondo l'ex campione, bisognerebbe aumentare la larghezza dei manubri, limitare l'uso di dispositivi che distraggono i corridori e adottare delle soluzioni standard per componenti che possono limitare le prestazioni, come le gomme.
Ciclismo, manubri troppo stretti per Vanmarcke
Sep Vanmarcke ha ammesso che il rischio zero nel ciclismo professionistico non esisterà mai, ma che è possibile adottare alcuni provvedimenti per fare dei passi avanti. Nel suo incontro con l'Uci, l'ex corridore belga porterà molte idee interessanti. "Posso sicuramente nominare cinque cose che potrebbero migliorare il problema.
Il mese prossimo ho un incontro con l'UCI dove potrò discutere le mie idee. Non so se faranno qualcosa, ma io ho fatto tutto il possibile" ha dichiarato Vanmarcke.
L'ex corridore ha iniziato parlando delle protezioni a bordo strada, che dovrebbero essere più all'insegna dell'efficacia che dell'impatto visivo. "Le balle di paglia funzionano bene in caso di cadute. Non deve essere tutto spettacolare con frecce e strisce, deve essere semplicemente efficiente" ha dichiarato Vanmarcke.
Il belga si è poi schierato contro la moda del ciclismo attuale di montare sulle biciclette dei manubri sempre più stretti e ha chiesto una regola per imporre una misura minima. "Ora si arriva anche a 36 centimetri, alcuni montano delle leve dei freni piegate verso l'interno, diventa troppo stretto.
Lo fanno anche per potersi mettere in posizione aerodinamica, come su una bici da cronometro. Non è consentito e tuttavia lo fanno. Una larghezza minima di 40 centimetri per il manubrio è più stabile" ha dichiarato Vanmarcke.
L'ex corridore ha chiesto anche di valutare i rischi dei tubeless e degli hookless, quei cerchi che non hanno l'uncino di ritenzione e che possono così portare allo stallonamento.
Vanmarcke: 'La gente cade perfino in salita'
Secondo Vanmarcke anche i misuratori di potenza e gli altri dispositivi tecnologici usati nel ciclismo comportano dei pericoli. "Quando guidiamo la macchina non possiamo usare il telefono, invece i corridori fissano costantemente gli schermi dei loro dispositivi.
Così guardi lo schermo, ma ti sfugge la manovra di un collega. La gente cade perfino in salita, perchè guarda i watt che sta facendo anziché guardare dove va" ha dichiarato Vanmarcke, suggerendo di permettere l'uso di dispostivi che misurino solo chilometraggio, tempo e velocità per non avere delle possibili distrazioni.
Sep Vanmarcke ha puntato il dito anche contro la tendenza ad assumere delle posizioni molto avanzate in bicicletta. "Stando più in avanti sprigionano più potenza. Bastano un attacco manubrio più lungo e un reggisella più corto per scivolare in avanti, ma se si frena il peso è già troppo spostato in avanti" ha dichiarato Vanmarcke, che infine ha chiesto di adottare dei componenti standard per limitare le velocità delle bici.
"In Formula Uno hanno un'unica marca di gomme. Se vogliamo ridurre la velocità bisogna scegliere una gomma che dia più resistenza. Il corridore più forte continuerà sempre a vincere, ma tutti andranno tre chilometri orari più piano" ha spiegato Sep Vanmarcke.