È stato un altro testa a testa tra Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard a caratterizzare la diciassettesima tappa del Tour de France, la seconda del trittico pirenaico. Il campione in carica e la maglia gialla si sono marcati per tutta la corsa, in cui è stata la UAE dello sloveno a costruire il copione tattico. Nonostante i ritiri di Majka e Soler, la UAE ha sfoderato una prova di carattere e spessore tecnico, tirando a gran ritmo sulle salite di Hourquette d'Ancizan, Val-Louron e Peyragudes. Pogačar ha potuto contare su uno straordinario Brandon McNulty.

Tadej Pogačar: 'Orgoglioso di come abbiamo corso'

L'americano ha preso il comando delle operazioni nelle ultime due scalate e ha costretto alla resa tutti gli uomini di classifica, riducendo la corsa a una sfida diretta tra Pogačar e Vingegaard. Le forze tra la maglia gialla, e il suo unico e vero rivale per la vittoria finale, si sono però rivelate molto equilibrate, e il campione sloveno non è riuscito a proporre dei veri attacchi per cercare di ribaltare la situazione.

Vista la brillantezza con cui Vingegaard ha difeso la sua maglia gialla, Pogačar si è concentrato sulla vittoria di tappa ed è riuscito ad avere ragione del rivale in un finale allo stremo delle forze. Il campione della UAE ha voluto ripagare tutta la squadra con questo successo e il modo in cui i suoi tre compagni rimasti in corsa hanno reagito alle tante avversità e ai ritiri che hanno segnato questo Tour de France.

"Il modo in cui la squadra ha corso, con quattro corridori, per vincere la tappa, è incredibile. Possiamo essere orgogliosi di ciò che abbiamo fatto. Senza Majka, Bennett, Soler e Laengen non si poteva fare di più" ha dichiarato il vincitore degli ultimi due Tour de France nell'immediato dopo corsa.

'Dovevo vincere per la squadra'

Pogačar si è detto soddisfatto della vittoria di tappa, ma non ha archiviato la possibilità di ribaltare la situazione in classifica generale.

Il campione sloveno è al secondo posto a 2'18'' dalla maglia gialla Jonas Vingegaard, quando alla conclusione manca solo una tappa di montagna, quella di domani, 21 luglio, con l'arrivo ad Hautacam e due frazioni facili intramezzate da una cronometro.

Il fuoriclasse della UAE ha già dato appuntamento a domani per un ultimo tentativo in montagna. "Sapevo che oggi dovevo vincere la tappa per la squadra. Mikkel ha fatto un bel ritmo in salita. Mi sentivo bene e fiducioso con quell'andatura, poi Brandon ha fatto un lavoro straordinario nelle ultime due salite. È andato forte per tutto il Tour, ma oggi merita una menzione speciale. Sono ottimista di poter ancora vincere il Tour de France. Domani è una tappa più difficile e possiamo riprovare" ha dichiarato Pogačar.

I numeri della tappa

La tappa vinta da Pogačar a Peyragudes si è rivelata una delle più dure di questo Tour de France, sia per il percorso con oltre 3.000 metri di dislivello racchiusi negli ultimi 70 km, che per il gran caldo. Nonostante questo, i corridori hanno fornito delle prestazioni di altissimo livello, come confermano i dati elaborati nell'immediato dopo corsa. Sulla salita finale di Peyragudes, otto chilometri al 7,2% di media, Vingegaard e Pogačar sono saliti a 21,9 chilometri orari di media.

Geraint Thomas ha scalato Peyragudes con un passo regolare e consistente, a 20,7 di media, appena meglio di Bardet, fermatosi a 20,6.

Il gruppetto comprendente Quintana, Gaudu e gli altri uomini della top ten della classifica generale ha invece pedalato a 20,3 di media. Nell'ultimo chilometro, caratterizzato da una rampa al 16%, Pogačar è volato a 22,1 di media, uno sforzo che gli è valso la vittoria.