Tadej Pogačar è sempre più il padrone del Tour de France. Dopo appena sette tappe il campione in carica, e grande favorito al successo finale, ha già imposto la legge del più forte e messo in chiaro le gerarchie della corsa. Nel primo, vero arrivo in salita di questo Tour, La Planche des Belles Filles, là dove compì il clamoroso sorpasso a Roglič due edizioni fa, Pogačar ha corso e vinto da padrone, con la ferma volontà di non concedere neanche una briciola agli avversari. Dopo il lungo lavoro dei compagni di squadra, la maglia gialla è entrata in azione all'ultimo chilometro della salita, il più duro, per poi rispondere allo scatto di Jonas Vingegaard e superarlo nei metri conclusivi dopo un testa a testa entusiasmante.

Tour: breve apparizione di Ciccone in fuga

La settima tappa del Tour de France era particolarmente attesa, proponendo l'arrivo in salita a La Planche des Belles Filles, una delle scalate più battute nell'ultimo decennio della corsa. L'avvio è stato anche oggi, 8 luglio, molto veloce, con una serie di scatti da cui è scaturita una fuga di undici corridori comprendente anche Dylan Teuns e Giulio Ciccone, grandi protagonisti a La Planche tre anni fa, oltre a Lennard Kämna, Max Schachmann e Simon Geschke.

La UAE Emirates ha preso le redini del gruppo, viaggiando sul filo dei tre minuti di distacco. Purtroppo l'avventura in fuga di Ciccone è finita quasi subito. Lo scalatore della Trek ha evidenziato una condizione ancora deficitaria e si è staccato sulla prima salita in programma, un facile Gpm di 3° categoria.

La corsa si è poi assestata in attesa degli ultimi sette chilometri di salita a Planche des Belles Filles.

Il gruppo ha recuperato molto del distacco accumulato nell'avvicinamento alla scalata, e così i fuggitivi sono usciti subito allo scoperto sulle prime rampe per tenere vive le possibilità di vittoria. In testa è rimasto da solo Lennard Kämna, che dopo aver sfruttato il buon lavoro del compagno Schachmann è andato a riprendere e staccare Geschke per tentare di completare l'impresa in solitudine.

Pogačar sempre più in giallo

La UAE ha continuato a guidare il gruppo con Bennett e Majka sulla salita finale, con un passo che ha provocato una buona selezione, mettendo in difficoltà anche Vlasov, caduto nella tappa di ieri. Majka ha forzato fino all'ultimo chilometro per lasciare poi il palcoscenico a Tadej Pogačar, che ha subito dato un'accelerata decisa che ha spezzettato i resti del gruppo. Il fuoriclasse sloveno ha continuato la sua azione nel tratto meno ripido, mangiando secondi su secondi a Kämna, che si è piantato negli ultimi 300, durissimi, metri. La rampa finale, con pendenze sul 20%, ha dato coraggio a Jonas Vingegaard. Il danese è scattato deciso superando Kämna a tripla velocità, e per un attimo Pogačar è sembrato un po' in difficoltà.

Lo sloveno ha però trovato ancora le energie e la voglia di vincere per una nuova accelerata, rimontando Vingegaard in un appassionante finale e completando il sorpasso negli ultimi metri.

Tadej Pogačar è così andato a vincere nuovamente davanti a Vingegaard, mentre Roglič ha anticipato tutti gli altri, apparsi di una categoria decisamente inferiore. Lo sloveno della Jumbo ha chiuso a 12'' davanti a Kämna, un ottimo Thomas, Gaudu, Mas, Bardet e Yates. Ha perso un po' di terreno Quintana, non a suo agio in un finale così esplosivo. Il colombiano ha ceduto 51'', e lo stesso vale per Caruso, arrivato a 1'12''.

Male è andato a Vlasov, che forse ha pagato la caduta di ieri ed è finito a 1'39''. La nuova classifica generale è sempre più nelle mani di Tadej Pogačar. Il campione della UAE comanda con 35'' su Vingegaard e 1'10'' su Thomas.