È stata una giornata da sogno quella che Mathieu Van der Poel ha vissuto alla Milano Sanremo di ieri. Il corridore olandese ha vinto la più indecifrabile delle classiche monumento alla maniera dei fuoriclasse, con una stoccata solitaria assestata in cima alla salita del Poggio. VDP ha così lasciato alle spalle tre compagni d'avventura davvero speciali, Tadej Pogačar, Wout van Aert e Filippo Ganna, risolvendo così una sfida dai contenuti tecnici stellari. Il campione della Alpecin ha poi gestito senza prendersi rischi eccessivi in discesa, arrivando comunque agli ultimi due chilometri pianeggianti verso il traguardo di via Roma con un vantaggio più che promettente.

Il finale è stata una vera passerella per Van der Poel, che ha conquistato così la sua terza classica monumento, una vittoria sontuosa e carica di significati e primati.

Ciclismo, battuto il tempo di Fondriest e Jalabert

La vittoria di VDP alla Milano Sanremo ha il gusto della storia del Ciclismo. Il 18 marzo del 1961 il nonno di Mathieu, Raymond Poulidor, conquistava la Classicissima di Primavera. Esattamente sessantadue anni dopo, sempre un 18 marzo, il cerchio di questa straordinaria storia di ciclismo si è chiuso con il trionfo del nipote tanto amato dal vecchio campione.

Alle emozioni dei risvolti più intimi si aggiunge il livello tecnico davvero alto della corsa vinta da Van der Poel. La scalata al Poggio ha portato davanti quattro autentici fenomeni, selezionati dall'attacco di Pogačar.

Allo sloveno hanno saputo rispondere solo VDP, Van Aert e Ganna, con tutti gli altri rimasti più attardati. L'affondo finale di Van der Poel è arrivato al termine di una scalata da record. Mai il Poggio era stato affrontato a una velocità così sostenuta. Il campione della Alpecin ha scollinato la salita con un tempo di 5.40''.

Il tempo migliora il precedente prima che era stato segnato da Laurent Jalabert e Maurizio Fondriest nel 1995 con 5.47''.

'Finora avevo speculato troppo sullo sprint'

Mathieu Van der Poel ha poi dichiarato che in realtà il suo attacco sul Poggio è arrivato più tardi di quanto avesse programmato: "Volevo prendere un vantaggio più grande, per questo il piano era di attaccare prima.

Ma è bastato lo stesso. La discesa non l'ho fatta a tutta, ma all'80%, non volevo rovinare tutto. Se mi avessero ripreso avrei comunque potuto ancora correre per la vittoria".

Il campione olandese ha spiegato di aver cambiato il suo piano tattico rispetto alle prime esperienze nella Sanremo, in cui era rimasto più guardingo e in attesa della volata. "Ovviamente è un rischio attaccare da solo, ma mi sentivo davvero bene e volevo farlo. Questa è la mia quarta Sanremo, finora avevo speculato troppo sullo sprint, ora volevo avere più controllo", ha dichiarato VDP, che ha anche risposto a qualche domanda sulla straordinaria crescita tra Tirreno e Sanremo: "Non stavo ancora bene, non stavo giocando, ma a essere onesto non mi aspettavo di andare così bene qui".