Nella Parigi-Roubaix dei giganti Mathieu Van der Poel e Wout van Aert, il Ciclismo italiano è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista grazie a Filippo Ganna. Sul corridore della Ineos erano concentrate gran parte delle speranze del ciclismo azzurro per questa Roubaix, soprattutto dopo lo splendido secondo posto della Sanremo che aveva dato concretezza al progetto di evoluzione in campione da classiche. Ganna è rimasto nel vivo della corsa fino alla fine, mostrando qualche difficoltà nei tratti di pavè più guidati, compensata con la forza e agilità della sua classica pedalata ad alte frequenze.

Il piemontese ha perso contatto dai più forti solo sul Carrefour de l'Arbre, ed ha poi concluso al sesto posto, mentre per gli altri italiani la corsa è stata molto più difficile e avara di soddisfazioni.

Filippo Ganna: 'Hanno i crampi e poi fanno la volata'

Filippo Ganna era particolarmente atteso in questa Parigi Roubaix, segnata fin dalla preparazione invernale come il principale obiettivo della prima parte di stagione e il punto chiave del percorso di trasformazione in campione da classiche. Il corridore della Ineos ha dato delle risposte convincenti, anche se in alcuni tratti si è fatto trovare in posizioni un po' troppo arretrate che lo hanno costretto ad inseguire ed in altri ha mostrato qualche limite tecnico nella guida sul pavè.

Tuttavia, Ganna è rientrato sul gruppo dei più forti subito dopo la Foresta di Arenberg, ed è rimasto con Van der Poel, Van Aert e gli altri favoriti fino alla battaglia finale del Carrefour de l'Arbre.

Al termine della corsa, il campione olimpico ha raccontato che l'ultima parte di corsa è stata particolarmente difficile. "Dal Carrefour de l'Arbre in poi è stata sofferenza.

La squadra ha fatto un ottimo lavoro, devo solo dirgli grazie, mi hanno portato fino alla Foresta in ottime condizioni. Mi sono mancate le gambe negli ultimi chilometri", ha dichiarato Filippo Ganna.

Sul Carrefour, il tratto di pavè decisivo, Ganna non è riuscito a rispondere al forcing di Van der Poel, che è andato a vincere, ed è rimasto staccato anche dagli immediati inseguitori dell'olandese, van Aert e Philipsen.

Il corridore della Ineos ha pedalato il finale insieme a Mads Pedersen e Stefan Kung, due compagni d'avventura con cui non ha trovato una buona collaborazione. "C'è un po' di rammarico, anche solo per un podio, quando trovi colleghi che non collaborano perchè dicono che hanno i crampi e poi fanno la volata non è tanto bello" ha polemizzato Ganna.

Trentin: 'Ganna può diventare un protagonista di queste classiche'

Per trovare altri italiani all'arrivo della Parigi Roubaix numero 120 si è dovuto attendere l'arrivo di un folto gruppo che ha concluso con più di cinque minuti di ritardo. In questo plotone ha chiuso la corsa Matteo Trentin, al 19° posto, Luca Mozzato al 21°, e poi anche Gianni Moscon a Andrea Pasqualon.

Trentin era atteso a una buona corsa dopo essere stato tra i grandi protagonisti del Giro delle Fiandre della scorsa settimana, ma è stato bersagliato dalla sfortuna, sempre in agguato in una corsa spietata come la Parigi Roubaix. "È stato un disastro. Ho cambiato la bici, poi ho rotto una ruota, poi ho bucato quella ruota e ho bucato ancora un'altra ruota", ha raccontato Trentin snocciolando tutti i guai in cui è incappato nella sua Roubaix.

Il corridore della UAE ha poi commentato la corsa di Filippo Ganna, la punta del ciclismo italiano per questa campagna di classiche al nord. "Puntava molto a questa corsa e non l'aveva nascosto. È un grande campione e può diventare un protagonista più frequente di queste corse, deve deciderlo lui", ha analizzato Trentin, che tornerà a correre alla Freccia del Brabante di mercoledì 12 aprile.