La Parigi - Roubaix di ieri ha regalato un'ennesima giornata di grande ciclismo in questa indimenticabile primavera di classiche. La corsa francese, l'Inferno del nord con i suoi più di cinquanta chilometri da pedalare sul pavé più duro, è entrata nel vivo già nelle fasi centrali grazie a un attacco di Wout van Aert a più di cento chilometri dall'arrivo. Successivamente, però, la corsa è passata nelle mani di Mathieu Van der Poel, che ha condotto il gioco con una serie di accelerate che hanno ridotto il gruppetto dei battistrada a sette corridori.
Il finale è stato ad alta tensione, con una battaglia senza esclusione di colpi sul Carrefour de l'Arbre. VDP è prima sfuggito alla caduta dopo un contatto con Degenkolb, quindi van Aert ha attaccato guadagnando qualche metro, per poi forare e veder svanire ogni possibilità di contendere la vittoria allo storico rivale. Van der Poel è così volato via verso il velodromo di Roubaix dove ha trionfato in perfetta solitudine.
Philippe Gilbert: 'Un inizio di Roubaix folle'
Nel dopo corsa molti appassionati e addetti ai lavori hanno sottolineato la sfortuna che ha condizionato Wout van Aert nel momento decisivo. Intervenendo sul giornale L'Équipe, l'ex campione Philippe Gilbert ha dato invece una chiave di lettura diversa di questo episodio e dell'esito della corsa.
Gilbert, che ha vinto la Parigi - Roubaix nel 2019, ha vissuto questa edizione della corsa sulla moto di Eurosport come commentatore tecnico. Dalla sua posizione privilegiata, il belga è stato testimone di una corsa lanciata a velocità impressionanti. "È stato un inizio folle, anarchico, con attacchi da tutte le parti, come se fosse una corsa di juniores", ha dichiarato Gilbert.
"Ho visto un sacco di cadute, un numero incredibile di problemi meccanici e guasti", ha testimoniato l'ex campione, che è rimasto sbalordito dal groviglio generato dalle cadute durante l'attraversamento della Foresta di Arenberg. "Quello che ho vissuto ad Arenberg sembrava venire da un altro mondo, con tutti questi corridori stesi a terra, compreso il numero uno di Dylan van Baarle", ha raccontato Philippe Gilbert.
'Wout van Aert ha avuto troppa voglia di vincere'
Gilbert ha poi assistito agli scatti di Mathieu Van der Poel, al ritmo indiavolato nei settori di pavé e all'attenta condotta tattica di Wout van Aert, rimasto presto senza compagni. "Van Aert sembrava poter gestire molto bene la sua corsa, proprio come alla E3 di tre settimana fa, quando aveva vinto davanti a Van der Poel", ha commentato l'ex campione.
Su quanto avvenuto nel Carrefour de l'Arbre, Gilbert ha spiegato che la foratura di van Aert non è stata un colpo di sfortuna: "Ha gestito tutto bene fino a quando è passato all'attacco per forare subito dopo. Per me la foratura è dovuta alla gestione del materiale, non alla sfortuna. Ricordo le mie esperienze in queste corse e in una tappa del Tour con il pavé.
Ero andato all'attacco, ma troppo spinto dall'eccitazione e da una motivazione folle avevo commesso un errore di guida e colpito un pezzo di pavé mal posizionato, forando la ruota anteriore. L'errore di Wout van Aert è stato dovuto sicuramente a un rischio eccessivo e alla troppa voglia di vincere, un desiderio non controllato. VDP non ha commesso questo errore".