C'è anche uno sprazzo di Italia nel Tour de France dominato dai fenomeni Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard. Al termine della quindicesima tappa, quella che ieri ha portato la corsa a Saint-Gervais Mont-Blanc, Giulio Ciccone ha conquistato la testa della classifica dei Gpm e domani, dopo il giorno di riposo, vestirà per la prima volta la maglia a pois che contraddistingue il leader di questa speciale graduatoria.

In molti ritengono questo obiettivo marginale e del tutto secondario: "Leggo dei commenti molto negativi da parte degli italiani - ha dichiarato Ciccone in un'intervista a Bicisport - Capisco la critica, ma il mio modo di correre in questo Tour, specialmente nelle ultime due tappe, è stato un po' particolare per raccogliere i punti per la maglia a pois.

Questo è un obiettivo importante".

Lo scalatore della Lidl-Trek ha impostato una corsa molto aggressiva per raggiungere questo obiettivo, a cui aveva dichiarato di puntare fin dall'inizio del Tour. Ciccone si è lanciato in diverse fughe nelle tappe di montagna, ha battagliato e messo in difficoltà Neilson Powless, l'americano che portava la maglia a pois fin dall'avvio della corsa, e con la conquista del Col de la Croix Fry è riuscito a prendersi la testa della classifica.

Ciccone: 'Ho dato tutto per la maglia a pois'

Per centrare questo prestigioso obiettivo, Giulio Ciccone ha dovuto fare delle scelte e mettere in secondo piano la ricerca di una vittoria di tappa. L'abruzzese ha speso tante energie nelle fasi centrali delle tappe di montagna per accumulare più punti possibili, ma è convinto che questa sia stata la strategia giusta.

Anche ieri, nella quindicesima tappa con arrivo a Saint-Gervais Mont-Blanc, il corridore della Lidl-Trek ha interpretato la corsa in questo modo aggressivo, pensando solo ai Gpm e non all'arrivo.

"È stata una giornata molto dura e non la migliore per me. Avevo ancora un po' di fatica nelle gambe, accumulata nell'attacco di 24 ore prima, ma era l'ultima chiamata, non potevo non entrare nella fuga.

Ho fatto del mio meglio per ottenere il maggior numero possibile di punti per la maglia a pois. La mia è stata una scelta precisa", ha spiegato Giulio Ciccone alla Gazzetta dello sport. "Potevo puntare al successo di tappa, ma la concorrenza era agguerrita e nulla garantito. Potevo gestire meglio l'assalto alle salite, battendo e staccando Powless e allora ho dato tutto in quella direzione", ha continuato Ciccone.

'È un obiettivo importante'

Il corridore abruzzese sa che da qui a Parigi dovrà ancora combattere, e sperare anche in un andamento favorevole della corsa per portare a casa questa maglia a pois. Attualmente Ciccone ha 58 punti, gli stessi di Powless, contro i 54 di Vingegaard e i 48 di Pogačar. Le tappe chiave saranno due, quella di mercoledì con il Col de la Loze e quella di sabato nel Massiccio del Giura. Ciccone dovrà inserirsi ancora in qualche fuga per marcare altri punti, e sperare che Vingegaard e Pogačar non entrino in azione troppo presto.

"Devo riposare e andare all'attacco, non rinuncio nemmeno alla possibilità di vincere una tappa. La speranza è che Vingegaard e Pogačar si scatenino solo nel finale", ha commentato Ciccone, che dà grande importanza alla classifica dei Gpm. "So bene quanti pesi questa maglia per uno scalatore al Tour, darò tutto per tenerla", ha dichiarato l'abruzzese, che però ha dovuto incassare anche un bel po' di critiche.