La tappa numero quattordici del Tour de France, quella che ieri ha portato la corsa a Morzine attraverso un percorso di alta montagna, ha regalato un'altra giornata di Ciclismo appassionante e dagli altissimi contenuti tecnici e agonistici. La corsa si è decisa sull'ultima salita, quella verso il Gpm del Joux Plane, dove la maglia gialla Jonas Vingegaard e Tadej Pogačar, i due campioni che si stanno contendendo la vittoria del Tour, si sono sfidati prima con le strategie di squadra e poi in prima persona. Lo sloveno è scattato a circa tre chilometri dalla vetta, ma Vingegaard è riuscito a recuperare e riprenderlo.

I due hanno quindi rallentato vistosamente, studiandosi in vista dello sprint al Gpm, dove erano in palio otto secondi di abbuono. Pogačar ha cercato di piazzare uno scatto violento a circa 500 metri dalla vetta, ma si è trovato bloccato da due moto, una di un fotografo de L'Équipe e una della tv francese, che precedevano di poco la testa della corsa.

Matxin Fernandez: 'A volte alle moto è consentito stare a due metri'

Il campione della UAE Emirates ha così trovato la strada sbarrata tra le moto e la folla presente sulla strada, in cui l'organizzazione non aveva previsto nessuna barriera nonostante gli abbuoni al passaggio sul Gpm facessero intendere la possibilità di uno sprint particolarmente serrato e importante ai fini della classifica.

Pogačar ha dovuto desistere, si è trovato al comando ea ha poi prestato il fianco allo sprint di Vingegaard, che ha intascato l'abbuono al Gpm del Joux Plane.

Questo episodio ha generato molte polemiche tra gli appassionati e gli addetti ai lavori del ciclismo, anche se Tadej Pogačar e la UAE Emirates l'hanno incassato senza fare drammi.

"Negli ultimi 700 metri Pogačar ha piazzato un forte attacco per fare la differenza. Alla fine il problema non è la moto ma tutti noi. Le moto proteggono anche i corridori, ma dovrebbero mantenere le distanze. L'Uci chiede 25 metri per le macchine che seguono, ma a volte consente alle moto di stare a una distanza di due metri", ha commentato Matxin Fernandez, ds della UAE Emirates.

Papon: 'La prossima volta non farò la foto'

La giuria ha preso dei severi provvedimenti nei confronti delle moto che hanno causato l'intralcio a Pogačar. Entrambe sono state multate ed espulse dalla corsa per una giornata. Il fotografo de L'Équipe che era a bordo di una delle due moto, Bernard Papon, ha raccontato quello che è successo nelle ultime centinaia di metri del Joux Plane. Vista la grande folla presente sulla salita, la giuria ha deciso di applicare la regola che permette a un solo fotografo di seguire da vicino la testa della corsa.

Sul Joux Plane questo compito è toccato a Papon, che avrebbe poi dovuto distribuire le foto scattate in questo tratto anche agli altri fotografi rimasti per regolamento nelle retrovie.

"Quando ho visto che Pogačar stava partendo, l'ho detto al mio motociclista, ma mi ha risposto che non poteva allontanarsi", ha raccontato Papon. "Quando ci è arrivato addosso ci siamo trovati in una situazione delicata: il pubblico era così denso che o fermavamo lo sforzo di Pogačar o andavamo addosso alla gente, facendo dei feriti. Non voglio difendere l'indifendibile, non dovevamo trovarci in una situazione del genere. Dovevo chiedere al mio pilota di prendere spazio prima. La prossima volta non farò la foto", ha spiegato Papon.

Il fotografo de L'Équipe ha testimoniato come la gestione del pubblico sulle salite del Tour de France stia diventando sempre più problematica. "Non cerco scuse, ma il pubblico ha dei comportamenti differenti, l'atmosfera è sempre più spesso quella che c'è nella curva degli olandesi sull'Alpe d'Huez", ha raccontato Papon riferendosi a un passaggio molto caldo della salita dell'Alpe d'Huez, dove spesso ci sono tifosi che esagerano nel consumo degli alcolici.