Il Tour de France, che oggi propone le ultime montagne sui Vosgi prima del gran finale parigino di domani, si sta concludendo nel segno di Jonas Vingegaard. Il campione danese ha rotto l’equilibrio delle prime due settimane di corsa piegando Tadej Pogacar con due prestazioni straordinarie, tra la cronometro di Combloux e il tappone alpino di Courchevel. Come spesso accade ai vincitori del Tour de France, le prove così eclatanti di Vingegaard hanno suscitato sospetti e dubbi da una parte del mondo del ciclismo, pur senza nessuna prova. Il proprietario della Jumbo, Richard Plugge, ha messo a tacere queste illazioni raccontando che Vingegaard non solo è un atleta del tutto pulito, ma che ha rinunciato anche a quei prodotti, come i chetoni e il paracetamolo, che sarebbero consentiti dal regolamento antidoping ma che sono sotto molto discussi per motivi etici.
Ciclismo, Plugge: 'Con il cambio bici Pogacar ha perso 40 secondi'
Parlando al giornale francese L’Equipe, Richard Plugge ha spiegato che il Team Jumbo Visma è molto trasparente ed aperto, e che è possibile toccare con mano tutti il lavoro che sta dietro a questi risultati. “Abbiamo aperto le nostre porte alle persone che girano dei documentari per Amazon e Netflix, i giornalisti vengono nei nostri campi di allenamento e alcune persone possono guardare e analizzare più in profondità” ha raccontato Plugge.
L’imprenditore olandese ha portato come esempio uno studio realizzato dalla tv australiana sulla cronometro vinta da Vingegaard a Combloux. “Hanno analizzato la crono, hanno visto il grande divario nella cadenza di pedalata e nel cambio di bicicletta, che ha fatto perdere a Pogacar 40 secondi.
Potete anche chiederlo a Bert Blocken, professore di aerodinamica con cui lavoriamo, qual è il guadagno tra una bici crono e una bici normale come quello usato da Pogacar negli ultimi chilometri. Rispondiamo con tutto questo” ha risposto Plugge, che ha raccontato anche un episodio avvenuto nei giorni scorsi in un albergo condiviso con un’altra squadra.
“Stiamo attenti anche ad altre cose. Nel giorno di riposo eravamo in albergo con una squadra francese. I loro corridori si sono bevuti delle belle birre, i nostri non bevono alcolici, perché questo ti spezza” ha dichiarato Plugge.
Plugge: 'I chetoni non sono un farmaco'
Il numero uno della Jumbo Visma ha raccontato anche che Jonas Vingegaard non è un corridore pronto ad assumere qualsiasi prodotto pur di migliorare le proprie prestazioni.
La squadra olandese non ha mai nascosto di usare i chetoni, un integratore consentito dal regolamento antidoping ma che è molto discusso nel mondo del Ciclismo. “Alcuni dei nostri corridori usano i chetoni, ma è un integratore, come la vitamina C o D che tutti possono usare, non un farmaco. Jonas ha rifiutato i chetoni, non li vuole. Lo stesso per il paracetamolo, non gli piace prenderlo” ha dichiarato Plugge.
Nonostante questo approccio così trasparente, il proprietario del Team Jumbo Visma ha spiegato che ci sono alcuni dati che la squadra non intende condividere. Questo è stato deciso per non dare un vantaggio agli avversari, che potrebbero raccogliere informazioni preziose in questo modo.
“Ci sono delle informazioni che sono molto importanti e che non possiamo divulgare interamente durante le corse. Ma in Olanda è venuto un giornalista, gli abbiamo mostrato dei dati chiedendogli di non pubblicarli subito. Ha potuto guardarli, analizzarli, farci delle domande e poi ha potuto pubblicare quello che voleva. Noi siamo aperti” ha commentato Richard Plugge.