È stata la cronometro di Combloux a spezzare l'equilibrio tra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar su cui ha vissuto il Tour de France per oltre due settimane. Alla sedicesima tappa, Vingegaard ha assestato un colpo forse decisivo per la conquista della maglia gialla finale.
Su un percorso impegnativo di 22 km il campione in carica ha volato, dimostrando di avere un'altra marcia rispetto al grande rivale. Il danese è stato superiore in tutte le fasi della corsa, aggressivo fin dalla partenza, efficace in pianura e pronto a rilanciare con forza sulla cote de Domancy, punto più difficile del tracciato.
Alla fine Vingegaard ha guadagnato 1'38'' su Pogacar, un vantaggio inatteso che dà un indirizzo molto chiaro all'ultima parte di questo Tour de France.
Le top 10 du classement général après le contre-la-montre. Tadej Pogacar a désormais 1'48" de retard sur le maillot jaune. Adam Yates dépasse Carlos Rodriguez pour le podium mais tous deux sont à près de 9 minutes. Felix Gall éjecte Guillaume Martin du top 10. #TDF2023 pic.twitter.com/CKMEeEi2gs
— Le Gruppetto (@LeGruppetto) July 18, 2023
Cambio di bici per Pogacar in salita
La sedicesima tappa del Tour de France ha proposto l'unica cronometro della corsa. La prova si è svolta su un percorso difficile e tecnico, con una prima breve salita in partenza, un tratto più veloce e poi la scalata alla cote de Domancy, un'ascesa di circa due chilometri e mezzo con pendenze spesso in doppia cifra.
Tra i primi a partire, è stato Remi Cavagna a far segnare un tempo che è stato a lungo il punto di riferimento. Il francese è rimasto al comando fino all'arrivo di Wout van Aert, che ha gestito la prima parte della corsa per salire di colpi nel finale e passare in testa.
La tappa è però cambiata con la partenza dei due grandi duellanti per la maglia gialla, che hanno scavato un abisso tra sé e gli altri.
Jonas Vingegaard è apparso subito deciso ed aggressivo nelle prime curve ed ha poi sciorinato una prova perfetta.
Pogacar non è stato incisivo come suo solito, ed ha anche perso un po' di tempo per cambiare la bicicletta, prendendo quella da strada prima della cote de Domancy, una strategia scelta da pochi corridori e che non si è rivelata produttiva.
It was all about our @MaillotjauneLCL, @TamauPogi and @_rccarlos in the last KM, and boy, was it a good one. Relive the last KM ⏮️
Un chrono de légende. Un Maillot Jaune qui renverse le Tour !
Revivez le dernier KM ⏮#TDF2023 pic.twitter.com/FYFDLe779U
— Tour de France™ (@LeTour) July 18, 2023
Vingegaard mette le mani sul Tour de France
Vingegaard è transitato con 16'' di vantaggio al primo intermedio, con 31'' al secondo, dopo il tratto più veloce. Ma è in salita e nel falsopiano finale che il danese ha scavato una differenza ancora più marcata. Sulla cote de Domancy è transitato con 1'05'' di vantaggio, e disponendo della bici da crono, è stato particolarmente efficace anche nel finale, arrivando con 1'38'' su Pogacar.
Tutti gli altri hanno registrato dei distacchi più ampi. Van Aert ha chiuso terzo a 3'01'' dal compagno di squadra, seguito ad una manciata di secondi da Bilbao e Simon Yates.
La corsa al terzo gradino del podio ha visto Adam Yates scalzare Carlos Rodriguez, un po' in difficoltà, e forse è uscito di scena Jai Hindley che ha pagato più di quattro minuti e mezzo. Giulio Ciccone ha raggiunto il suo obiettivo, facendo segnare il miglior tempo sulla cote de Domancy con una strategia ben studiata che gli ha permesso di conquistare cinque punti pesanti per la sua maglia a pois.
La nuova classifica generale vede Jonas Vingegaard saldamente in maglia gialla. Pogacar è ora a 1'48'' e dovrà inventarsi qualcosa di speciale per cercare di sovvertire la situazione.
Adam Yates ha conquistato il terzo gradino provvisorio a 8'52'', con 5'' di vantaggio su Carlos Rodriguez, mentre Hindley è ormai ad oltre 11 minuti.
"È la miglior crono della mia vita - ha dichiarato Vingegaard al termine della tappa - Non pensavo di poter prendere così tanto vantaggio, sono sorpreso anche io. Non so come spiegarlo, ho sentito che era una giornata incredibile. I wattaggi erano altissimi, pensavo addirittura che il sensore fosse rotto", ha affermato il campione danese.