Il Tour de France si appresta ad aprire una terza ed ultima settimana che promette ancora spettacolo ed emozioni forti. I due dominatori della corsa, Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, sono divisi da appena dieci secondi nella classifica generale, a vantaggio del danese, e tutto fa presupporre in un finale entusiasmante, incerto e di altissimo livello tecnico ed emotivo. Pogacar e Vingegaard hanno scavato un abisso tra sè e il resto del gruppo, dimostrando di avere un ritmo completamente diverso, una categoria superiore, su tutte le salite della corsa.

Le prestazioni dei due campioni sono state talmente superlative da far tornare alla ribalta dei dubbi sulla loro veridicità e pulizia, complice il passato del Ciclismo, ma Vingegaard e Pogacar durante le tante interviste rilasciate hanno sempre spedito al mittente le accuse, forti anche dei tanti controlli fatti [VIDEO].

Sia allo sloveno che al danese sono state rivolte diverse domande sul doping, sulla credibilità di questi risultati, tutte chiaramente rispedite al mittente motivando questo innalzamento delle prestazioni con la normale evoluzione dei materiali, dei metodi di preparazione e di tanti altri particolari. L'ex corridore francese Félix Pouilly si è dichiarato perplesso per questa netta differenza e ritiene che i due abbiano "qualcosa che gli altri non hanno".

Pouilly: 'Non vedo come possano essere così più forti di Pidcock'

Pouilly, ex corridore della Roubaix Lille Metropole ed ora triathleta, ha raccontato di aver analizzato i dati della salita del Joux Plane, affrontata nella tappa di sabato scorso, sull'app Strava. "È la differenza di livello tra loro e gli altri che è pazzesca.

Al Col de Joux Plane non sono saliti sempre a tutta, quindi i distacchi sono falsati rispetto a una salita che avrebbero fatto al 100%. Ma guardando i dettagli di tappa su Strava, nei momenti in cui salgono al massimo, i dati sulla velocità sono strabilianti. Su un tratto di 2,5 km salgono 4 km/h più veloci di un corridore come Félix Gall e 5,5 km/h più veloci di Tom Pidcock e David Gaudu" ha osservato Poully parlando a La Voix du Nord.

L'ex corridore ritiene che Pogacar e Vingegaard non possano fare una differenza del genere solo grazie al loro indubbio talento, ma che abbiano a disposizione qualche segreto sconosciuto agli altri che permette loro di innalzare le prestazioni. "Quello che mi stupisce è che non vedo come qualcuno possa essere molto più forte di un ragazzo come Tim Pidcock, che negli juniores è stato campione del mondo e ha vinto la Parigi-Roubaix, che è campione olimpico di mountain bike, che ha vinto l'Alpe-d'Huez l'anno scorso... È in una grande squadra, Ineos, con tutti i mezzi del mondo e un molta know-how. Si è preparato per il Tour e lì, nella tappa di sabato, è rimasto così staccato. Per talento, allenamento, alimentazione, non riesco a spiegare una tale differenza, non per cose che sappiamo.

Senza sapere cosa, dico che hanno qualcosa, sanno qualcosa, non necessariamente qualcosa di illegale, che gli altri non sanno" ha commentato Poully.

'Non c'è più la cultura del doping'

L'ex corridore francese ha respinto i sospetti di doping su Vingegaard e Pogacar, e ritiene piuttosto che questa differenza sia stava scavata da qualche altro particolare. "Alcuni mi rispondono che in tutti gli sport c'è un divario enorme tra i migliori e il 10° o 20° al mondo. Ma non si rendono conto di cosa siano 5 km/h di differenza in salita. Facendo un paragone, è come se domani un tennista servisse a 280 km/h mentre gli altri servono a 220. Doping? Quello che è certo è che è impossibile fare come prima, drogarsi durante il Tour con cose proibite, EPO, trasfusioni: sono così controllate, non c'è più neanche quella cultura...

Ma guardando questo Tour de France, diciamo che Pogaçar e Vingegaard sanno una o più cose che gli altri non sanno" ha ribadito Pouilly.

Secondo Pouilly non possono essere semplicemente i materiali a fare questa differenza, perchè nel ciclismo di altissimo livello ormai tutti dispongono di biciclette e componenti al top. "Al Tour, ora, hanno tutti dei buoni materiali. Tra Jumbo, UAE, Ineos, FDJ, i materiali sono gli stessi. No, è fisicamente che vediamo che si trovano in una galassia diversa. Abbiamo l'impressione che gli altri stiano ristagnando mentre loro migliorano. L'anno scorso erano forse il 5% più forti, quest'anno mi sembra che siano più forti del 15%" ha commentato l'ex corridore francese.

Tutti questi sospetti sono naturalmente arrivati anche ai diretti interessati. Nelle conferenze stampa del giorno di riposo non sono mancate domane a Vingegaard e Pogacar sui motivi di questo innalzamento di prestazioni che ha portato a battere tanti record di scalata stabiliti da corridori che poi sono stati squalificati per doping. "Capisco perfettamente le domande su questo argomento a causa del passato del ciclismo" ha risposto Vingegaard. "È anche giusto essere scettici così da non far accadere più queste cose. Posso solo dire che non prendo niente. È vero che andiamo veloci, anche più veloci dei corridori del passato che si erano dopati. Ma l'attrezzatura, l'alimentazione, l'allenamento... Tutto è cambiato e questo spiega perché le prestazioni stanno migliorando" ha spiegato Vingegaard.