La trionfale stagione della Jumbo Visma nei grandi giri ha avuto il suo epilogo alla Vuelta Espana. Dopo aver vinto il Giro d'Italia con Roglič e il Tour de France con Vingegaard, la squadra olandese si è trovata quasi senza avversari a metà della Vuelta e con Sepp Kuss, inizialmente designato come gregario, nell'insolito ruolo di leader della classifica generale. Dopo la tappa dell'Angliru, vinta da Roglic, la Jumbo ha cambiato strategia e ha difeso la maglia rossa di Kuss. Il ds Merijn Zeeman ha ora raccontato che proprio quella sera c'è stato un incontro chiarificatore, in cui "sette corridori su otto erano concordi sulla vittoria di Kuss".
Zeeman: 'Sull'Angliru le cose non sono andate bene'
Lo strapotere della Jumbo Visma e la strana situazione che si è creata in classifica generale hanno portato a movimenti paradossali nella Vuelta Espana, con Kuss che si è trovato ad essere attaccato dai suoi stessi compagni, Vingegaard e Roglič. Dopo aver subito gli attacchi di Vingegaard sul Tourmalet e a Bejes, Sepp Kuss è stato messo nuovamente in difficoltà dai compagni nella tappa regina della Vuelta Espana, quella dell'Angliru. Sulla terribile salita asturiana, i tre campioni della Jumbo Visma hanno eliminato tutti gli avversari, rimanendo da soli al comando. Qui, però, Vingegaard e soprattutto Roglič hanno continuato ad accelerare, staccando Kuss, che ha mantenuto la maglia rossa solo per una manciata di secondi sul danese.
Il sogno dell'americano di conquistare la corsa sembrava ormai sul punto di svanire, ma qui l'atteggiamento della Jumbo è cambiato. Parlando ad un podcast, Open Vizier, il Ds della Jumbo Visma Merijn Zeeman ha raccontato cosa è successo dopo quel discusso epilogo sull'Angliru. "Inizialmente era andato tutto come volevamo, eravamo rimasti in tre al comando.
Questo è il momento in cui le cose non sono andate bene. Ad un certo punto Sepp non poteva più tenere il ritmo di Primož e Jonas. Non c'è stato più un lavoro di squadra" ha raccontato il tecnico olandese.
Secondo Zeeman e la filosofia del team, Roglič e Vingegaard non avrebbero dovuto insistere nella loro azione. "Sarebbero dovuti rimanere tutti e tre insieme.
Kuss non ha detto loro di aspettare. Sarebbe stato di grande aiuto se l'avesse fatto, ma gli ha semplicemente detto di andare avanti, proprio perché è un ragazzo così modesto", ha raccontato Zeeman.
'Per noi il ciclismo non è uno sport individuale'
Quella stessa sera dell'Angliru, Merijn Zeeman ha voluto incontrare faccia a faccia gli otto corridori del team.
"Per noi il ciclismo non è uno sport individuale, ma uno sport di squadra. Quella stessa sera ho messo i nostri uomini tutti intorno ad un tavolo. Ho parlato prima con Jonas, Sepp e Primoz e ho ascoltato le loro opinioni. Ma poi ho riunito tutti e otto e ho detto, ragazzi, questo è quello che è successo oggi. Ho la mia opinione a riguardo, ma penso che sia molto più importante quello che pensi tu", ha raccontato Zeeman.
“Cosa rappresentiamo adesso? Chi siamo in realtà? Sette corridori su otto hanno concordato all'unanimità: la vittoria di Sepp Kuss deve essere il risultato finale. Primoz ha avuto delle difficoltà con questo, ma poi si è piegato, anche perché i suoi compagni lo hanno confermato con tanta forza. Alla fine anche Roglič ha detto: Sepp deve vincere e puoi contare su di me", conclude Zeeman.
La corsa è poi proseguita sulla linea tracciata nell'incontro chiarificatore post - Angliru. La Jumbo ha difeso la maglia rossa di Kuss nelle ultime tappe, portando l'americano verso il trionfo di Madrid, anche se Roglič non ha nascosto la sua frustrazione. Questo attrito è sfociato poi nell'addio del campione sloveno alla Jumbo Visma e al suo passaggio alla Bora hansgrohe.