Il mondo dello sport italiano negli ultimi giorni vede al centro del dibattito la vicenda legata a Jannik Sinner, il tennista numero uno del mondo, che è stato assolto dall'ITIA dopo l’accusa di doping per la positività riscontrata al Clostebol all'ultimo torneo di Indian Wells. Questa sostanza è uno steroide anabolizzante, che è presente però anche in pomate utilizzate per la cura delle abrasioni. I casi di sospetto doping legate alla positività al Clostebol sono quindi molto frequenti in numerosi sport e anche nel Ciclismo, dove un caso analogo capitò nel 2013 al corridore Stefano Agostini, ma la sua vicenda ebbe uno sviluppo molto diverso rispetto a quella attuale di Sinner.

L’ex ciclista professionista ha mostrato le sue perplessità per le differenze con cui è stato trattato il suo caso rispetto a quello del tennista altoatesino.

Sinner e Agostini entrambi positivi al Clostebol, ma con sentenze diverse

Sinner è stato assolto dall'agenzia internazionale per l’integrità del tennis (ITIA) perché è stato appurato che l’assunzione della sostanza proibita Clostebol è avvenuta in maniera inconsapevole, ovvero tramite la contaminazione durante un massaggio effettuato dal fisioterapista Giacomo Naldi, che aveva in precedenza utilizzato una pomata contenente il Clostebol per curare una ferita sul proprio dito. La decisione dall'ITIA è stata così di togliere i 400 punti ottenuti della semifinale di Indian Wells e il relativo premio in denaro, ma di non squalificare il tennista italiano, che potrà quindi partecipare all’US Open.

Nel 2013 il ciclista Stefano Agostini fu trovato positivo a un controllo antidoping a sorpresa al Clostebol, con una concentrazione molto bassa, 0,7 nanogrammi, la stessa di Sinner. Agostini ai tempi dichiarò subito alle autorità di aver utilizzato dopo il Tour of Utah una pomata per curare uno sfogo al gluteo, che conteneva a sua insaputa il Clostebol, ma questo non bastò per provare la sua innocenza.

Infatti Agostini venne prima sospeso e poi licenziato dalla sua squadra, la Liquigas-Cannondale, mentre la WADA inflisse 15 mesi di squalifica dalle corse. Una vicenda che travolse Agostini sia dal punto di vista mediatico che sportivo e decise così di ritirarsi dal professionismo a soli 24 anni.

Agostini: ‘Perplesso per la totale differenza di approccio rispetto a Sinner’

Attraverso i social, Agostini ha sottolineato le differenze con quanto sta avvenendo ora a Sinner: “Seguendo i regolamenti WADA, mi diedero 15 mesi di squalifica. Non riuscii ad accettarlo. Il miglior tennista del mondo risulta positivo per la stessa quantità alla stessa sostanza, ma per lungo tempo nessuno ne sa nulla e dopo quattro mesi di silenzio viene assolto”.

Per Agostini ciò che invece accomuna entrambe le vicende è che non ci sia stata alcuna volontà di utilizzare tale sostanza per ottenere dei benefici di performance: “Sono certo, come è stato nel mio caso, che l’assunzione non fosse mirata a migliorare la prestazione sportiva”.

Per l’ex corridore invece la problematica riguarda la grande differenza in termini di provvedimenti prese delle autorità e quindi della relativa squalifica: “Resto perplesso per la totale differenza di approccio rispetto a due atleti, che praticano sport diversi”.

La carriera del ciclista Stefano Agostini

La notizia della squalifica di Stefano Agostini aveva fatto molto clamore ai tempi, visto che il nativo di Udine era uno dei prospetti italiani più interessanti del ciclismo in quegli anni. Si era messo in mostra infatti con numerosi successi ottenuti a livello juniores, poi da Under-23 era passato alla Zalf-Désirée-Fior, conquistando il campionato italiano di categoria, il Trofeo Città di San Vendemiano e due tappe al Giro Under 23, concludendo terzo in classifica generale.

Risultati di prestigio che gli avevano permesso di approdare alla Liquigas-Cannondale come stagista nell’agosto del 2011 e poi passare professionista nell’anno successivo. Nel 2013, al suo secondo anno da professionista, nel momento in cui sembrava pronto per il salto di qualità, era arrivata la squalifica per la positività al Clostebol, che di fatto aveva messo fine alla sua carriera.