Il tema della sicurezza stradale nel Ciclismo è sempre di grande rilevanza e ci sono ancora molti miglioramenti da fare per garantire l'incolumità dei ciclisti sulle strade italiane. Di questa tema ha parlato l’ex campione del mondo Maurizio Fondriest, che in un’intervista delle ultime ore a Il Dolomiti, ha sottolineato la necessità di intervenire sull’educazione dei cittadini fin dalle scuole: “È un problema di tipo culturale, che potrebbe essere risolto, in tempi certamente non brevi, riportando l'educazione civica nelle scuole”. Per l’ex corridore professionista, alla base della sicurezza stradale c’è quindi il rispetto per le persone e la consapevolezza dei diritti di ognuno, che deve essere acquisita nel periodo di crescita attraverso i giusti insegnamenti.
Fondriest ha parlato anche di un problema di tipo strutturale, che riguarda le strade italiane e le regole che dovrebbero essere applicate per migliorare la sicurezza dei ciclisti.
Fondriest sulla sicurezza per i ciclisti: ‘Siamo lontani dal resto d'Europa, serve una corsia dedicata’
Spesso le città adottano iniziative autonome per promuovere la sicurezza dei ciclisti, come quella messa a punto dalle autorità a Borgo Valsugana, in provincia di Trento. Qui l'amministrazione comunale ha posto dei cartelli sulla salita del Dosso in cui si esortano gli automobilisti a rispettare i ciclisti e a quest’ultimi a rispettare le norme del codice della strada. Un'iniziativa che è stata accolta con positività da Maurizio Fondriest, che proseguendo nell’intervista a Il Dolomiti ha sottolineato però la necessità di provvedimenti più strutturali: “Si tratta di iniziative lodevoli e importanti ma, rispetto al resto d'Europa, siamo ancora lontani anni luce”.
Per il nativo di Cles in Italia manca ancora una norma apposita riguardo ad una corsia per i ciclisti, che permeerebbe di garantire la sicurezza sia delle bici che delle auto, riducendo notevolmente il rischio di incidenti. Fondriest si chiede infatti “come mai, non sia stata ancora istituita una vera e propria corsia dedicata alle biciclette.
Basterebbe un metro e mezzo sul lato destro della carreggiata”.
Fondriest ha poi concluso sottolineando come servano pari diritti per i ciclisti, visto che molte persone usano la bici come mezzo di trasporto per lavorare, in modo analogo a chi si sposta in auto, ma bisogna ricordare che “chi guida una bicicletta è e sarà sempre più esposto rispetto a chi conduce un mezzo a motore”.
La carriera di Maurizio Fondriest
Maurizio Fondriest è stato corridore professionista dal 1987 al 1998 con l’apice della carriera raggiunto nel 1988, quando si impose ai Mondiali a Ronse, in Belgio, pur non essendo il capitano designato della Nazionale di Alfredo Martini, che in quell’edizione poteva contare su nomi del calibro di Saronni, Bugno e Ballerini. La fuga vincente di Fondriest e la collaborazione dei compagni, gli permisero di restare al comando e vincere poi il titolo in uno sprint ristretto.
Nelle stagioni successive Fondriest salì sul podio nelle più importanti classiche del calendario e poi con la maglia della Lampre nel 1993 fu protagonista di una stagione memorabile, vincendo la Milano-Sanremo, la Freccia Vallone, il Campionato di Zurigo e una tappa al Giro d'Italia, oltre ad altri successi. Riuscì poi a ripetersi nella Corsa Rosa nel 1995 e poi al termine della carriera, con le maglie di Roslotto-ZG Mobili e Cofidis, riuscì a centrare altre vittorie nelle brevi corsa a tappe.