“Il ciclismo di base sta morendo, manca l’avviamento. Il grande Ciclismo, oggi, non guarda più all’Italia se non per la manodopera (tecnici, meccanici) e la componentistica: tutto, tranne i corridori”, sono le parole di Paolo Bettini rilasciate in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, che fotografano il difficile momento del movimento ciclistico italiano. Per il campione olimpico di Atene 2004 la priorità è quella di creare un programma nazionale per i giovani corridori italiani, fino ai 15 anni, che possa ricreare la base del movimento. Un progetto che Bettini si è reso disponibile a portare avanti assieme a Vincenzo Nibali, lavorando nella Lega Ciclismo assieme al presidente Roberto Pella.
Per Bettini quindi in Italia non serve cercare sponsor per costruire una squadra WorldTour, ma bisogna concentrare le risorse economiche per far crescere nuovi talenti e far tornare la passione del ciclismo tra i giovani. Bettini è quindi pronto ad impegnarsi in prima persona anche “a rifare il ct della Nazionale con un progetto serio”.
Bettini: ‘La sicurezza stradale è una emergenza assoluta, bisogna rendere il casco obbligatorio’
Un altro punto fondamentale per il rilancio del ciclismo italiano, che Paolo Bettini ha esposto durante l’intervista alla Gazzetta dello Sport, riguarda il tema della sicurezza: “La sicurezza stradale è una emergenza assoluta. Senza fiducia, le famiglie non manderanno mai più i figli in strada”.
Per il campione olimpico serve ricostruire un clima di rispetto reciproco tra ciclisti e automobilisti sulle strade italiane, ma è anche indispensabile che tutti si dotino degli strumenti di base di sicurezza. Per questo Bettini pensa che i vertici federali dovrebbe richiedere una legge per “rendere il casco obbligatorio, a cominciare dai minorenni”.
Un provvedimento che garantirebbe a tutti maggiore sicurezza.
Proseguendo nell’intervista Bettini ha anche parlato dell’eccessivo rigore in termini di nutrizione che hanno i corridori professionisti, ritenuti troppo “robotici”. Infatti i regimi alimentari estremamente controllati e calibrati, avrebbero snaturato il classico svolgimento delle corse: “La crisi di fame è stata cancellata dalla scientificità dell’alimentazione”.
Questo potrebbe però anche portare dei problemi a lungo termine ai giovani corridori che, terminata l’attività agonistica, potrebbero avere difficoltà a tornare a un tipo di alimentazione normale.
Il campione olimpico di Atene 2004 ha poi analizzato la situazione dei corridori italiani più importanti, ritenendo giusta la scelta di Filippo Ganna di lasciare la pista per concentrarsi solo su strada, mentre sbagliata quella di Giulio Pellizzari di passare alla Red Bull, in cui nella prossima stagione rischia di non correre nessuna delle principali gare italiane. Infine consiglia a Giulio Ciccone e Antonio Tiberi di lasciare da parte l’obiettivo di fare classifica nei grandi giri e di puntare solo alle vittorie singole, mentre ritiene che Jonathan Milan debba ancora ben capire quale sia il suo vero potenziale.
La carriera di Paolo Bettini
Paolo Bettini è stato professionista dal 1997 al 2008, un periodo in cui è riuscito a ottenere grandi successi, tra cui spicca la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atene 2004 e due titoli iridati consecutivi ai Mondiali del 2006 e 2007. Il nativo di Cecina vanta poi nel suo palmares importanti successi nelle classiche, tra cui due Giri di Lombardia, due Liegi-Bastogne-Liegi e una Milano-Sanremo. Nella sua lunga permanenza con il team Quickstep, ha poi saputo imporsi anche nelle tappe dei Grandi Giri, con vittorie al Giro d'Italia, alla Vuelta a España e al Tour de France. Oltre alla carriera professionistica, Bettini ha ricoperto anche il ruolo di commissario tecnico della Nazionale italiana dal 2010 al 2013.