Da favorito e campione in carica, Mads Pedersen ha conquistato la sua terza Gand-Wevelgem di Ciclismo con un’azione spettacolare: una fuga solitaria di 56 km dopo una corsa generosa e senza calcoli. Il danese della Lidl-Trek ha indossato i panni del Pogačar o del Van der Poel di turno — oggi entrambi assenti — regalando un assolo fuori dalla logica tattica tradizionale, tutto a vantaggio dello spettacolo. Pedersen è uscito allo scoperto già nelle fasi centrali, poi in un tratto sterrato, a circa settanta chilometri dal traguardo e infine si è involato da solo sul Kemmelberg, il muro simbolo della Gand-Wevelgem.

L'ex iridato ha firmato una cavalcata solitaria di 56 km, mettendo le mani sul tris alla Gand e dando un segnale in vista di Fiandre e Roubaix. L'altra corsa, quella per i piazzamenti, ha visto Merlier spuntare nel finale davanti a Milan e Kristoff.

Che sfortuna per Kooij e Philipsen

Due giorni dopo la splendida sfida di Harelbeke, con il trionfo di Van der Poel, e a una settimana da un Giro delle Fiandre che si preannuncia pirotecnico, la Gand-Wevelgem si è presentata con una starting list un po' sguarnita di stelle, ma comunque di ottimo livello. Van der Poel, Pogačar, Ganna e Van Aert hanno tutti deciso di disertare la corsa, concedendosi un turno di riposo in vista della Ronde, lasciando per una volta a Mads Pedersen il ruolo del grande favorito.

Il danese ha assolto al suo compito con straordinaria autorevolezza, con una corsa generosa, audace, senza tatticismi e di forza dirompente. La Gand-Wevelgem è entrata presto nel vivo, grazie al vento che ha spezzato in più parti il gruppo. La situazione si è poi ricomposta, ma Mads Pedersen ha iniziato a prendere le redini della corsa già sul primo dei tre passaggi dal Kemmelberg, il muro più iconico della Gand.

Il punto decisivo è arrivato, però, a una settantina di km dal traguardo, nella parte in cui la corsa ha affrontato alcuni tratti di strada sterrata. Ancora una volta, Pedersen ha attaccato, seguito da Jasper Philipsen e Olav Kooij. Philipsen ha avuto la sventura di forare in questa fase chiave della corsa, mentre Kooij è caduto e si è dovuto ritirare con una probabile frattura alla clavicola.

Milan sul podio

Pedersen se ne è andato tutto solo a riprendere un gruppetto di fuggitivi, tra cui Haller e Campenaerts, che guidavano la corsa. Nonostante una situazione già molto favorevole, il danese non ha voluto attendere l'ultimo dei tre passaggi dal Kemmelberg, e già sul secondo ha dato la stoccata decisiva. Sul pavé della scalata dal Belvedere, Pedersen ha lasciato sul posto Campenaerts e compagnia, involandosi tutto solo a 56 km dall'arrivo.

Il resto della corsa è stata una cavalcata indisturbata dell'ex iridato, che ha raggiunto un paio di minuti di vantaggio, ha scavalcato l'ultimo Kemmelberg e spinto anche la parte finale pianeggiante, in cui il gruppo ha cercato una tardiva rincorsa.

Pedersen ha così trionfato con un'impresa davvero da grande campione, per valore tecnico e temperamentale.

A più di un minuto, la volata del gruppo si è risolta in un bel testa a testa tra Tim Merlier e Jonathan Milan, con la vittoria del belga sull'italiano. Dietro si sono piazzati Kristoff, Hofstetter, Ballerini e Girmay.