Boštjan Kavčnik è una delle figure più importanti, ma meno conosciute dal grande pubblico, dietro il successo di Tadej Pogačar, il fenomeno sloveno del ciclismo. Kavčnik è uno dei meccanici della UAE Emirates, e nelle ultime stagioni è diventato un uomo di fiducia del campione del mondo. In un'intervista a Siol, Kavčnik ha raccontato uno spezzone della vita dietro le quinte della UAE e al fianco del numero uno del ciclismo mondiale. Il meccanico ha raccontato di essersi guadagnato la fiducia di Pogačar. "Vuole che solo io tocchi la sua bici" ha raccontato Kavčnik, che tra le tante curiosità ha parlato dell'ormai noto incidente del campione alla Strade Bianche di Siena dello scorso marzo.
'Nel ciclismo un nostro errore può portare ad un incidente grave'
Kavčnik ha raccontato che questa sarà la sua quinta stagione nel gruppo di meccanici, ben 14, della UAE Emirates. Lo sloveno ha spiegato che il suo ruolo è cambiato molto rispetto agli inizi e che ormai è di fatto l'uomo di fiducia di Pogačar, con cui condivide tutte le corse della stagione.
"Nella prima stagione ho dovuto dimostrare il mio valore, letteralmente. Questo significava anche che all'inizio non mi era nemmeno permesso toccare la bici di Pogi" ha raccontato il meccanico sloveno. "Beh, per una serie di circostanze, anche questo è cambiato. Quando Tadej ha avuto certi problemi, ha espresso lui stesso il desiderio di lavorare esclusivamente con me da quel giorno in poi.
Voleva che solo io toccassi la sua bici. Da una parte, questo è stato un riconoscimento straordinario per me, ma dall'altro è stata anche una grande responsabilità, oltre a qualche notte insonne in più" ha testimoniato Kavčnik, che ha riflettuto sull'importanza del suo ruolo.
"La bicicletta è l'unica arma a disposizione di un corridore", ha dichiarato Kavčnik. "Se non funziona in modo impeccabile, tutto è a rischio, dal risultato alla salute. In uno sport come il ciclismo, anche il più piccolo errore può significare un incidente grave" ha raccontato il meccanico, che ha preso spunto da qui per ricordare alcuni momenti critici vissuti al fianco di Pogačar.
'Alla Liegi, nonostante l'infortunio pensava alla squadra'
Kavčnik ha raccontato i momenti drammatici della caduta avvenuta alla Strade Bianche, la corsa di Siena dello scorso marzo. L'abilità e la calma di Kavčnik hanno fatto la differenza in quel momento cruciale. "Eravamo in macchina vicino a lui, ma non proprio dietro di lui. Quando abbiamo visto che era caduto, non c'era spazio per il panico. La procedura è chiara: aspettiamo che l'auto si fermi e solo allora possiamo reagire", ha spiegato il meccanico.
Pogačar era caduto in una curva a sinistra, presa con una traiettoria leggermente interna, ed era rotolato rovinosamente fuori strada. Kavčnik ha messo in luce come la situazione avrebbe potuto prendere una piega molto peggiore.
"Innanzitutto, va sottolineato che è caduto davvero bene, anche se può sembrare strano. È stato fortunato: nel tratto di strada in cui è caduto non c'era un marciapiede, né un precipizio. È letteralmente scivolato sulla superficie ed è atterrato sulle spine. Ricordo che Urška, la sua compagna, gliele ha strappate dalla pelle per un paio di giorni" ha raccontato Kavčnik.
Nonostante l'incidente, Pogačar riuscì a ripartire e a vincere ugualmente la corsa, arrivando tutto solo a Piazza del Campo a Siena. Il campione del mondo dimostrò il suo spirito indomito e la lucidità nell'affrontare anche i momenti più critici, una qualità emersa anche alla Liegi del 2023. Anche in quella corsa, Pogačar fu vittima di una caduta.
Kavčnik ricorda il momento in cui ha visto il campione sloveno a terra: "Ricordo ancora la scena in cui era sdraiato a terra, ansimante, e si poteva già vedere sul suo viso che il colpo era stato violento... Quando si è tolto il casco, ho capito che era finita".
Nonostante il duro colpo, Kavčnik ha notato un'incredibile determinazione in Pogačar. "È salito sull'ambulanza, ho messo via la sua bici e il casco, poi è tornato e mi ha chiesto: 'Dov'è la mia bici?'. Ha pedalato per un altro chilometro, poi ha dovuto ammettere che non avrebbe funzionato". Questa tenacia, secondo il meccanico, è parte integrante del carattere di Pogačar.
Ciononostante, ciò che ha colpito maggiormente Kavčnik è stata la capacità di Pogačar di pensare alla squadra, nonostante la propria sfortuna.
"Ha detto alla squadra via radio di continuare la corsa e di seguire Remco Evenepoel. Ha detto che la sua Liegi era finita, ma ora toccava a Marc Hirschi cercare di ottenere un risultato. Nonostante l'infortunio, pensava alla squadra e a come mantenerla in gara". Questo altruismo è una delle qualità che hanno contribuito a cementare il legame tra Pogačar e il suo team.