Ai tanti protagonisti del ciclismo professionistico che offrono uno sguardo privilegiato all'interno del gruppo si è aggiunto di recente anche Jakob Fuglsang. Appena chiusa la carriera da corridore, il 40enne danese ha aperto un nuovo podcast in colaborazione con il giornale Feltet. Fuglsang ha iniziato col botto, ospitando il campione del mondo Tadej Pogačar, che gli ha raccontato alcuni aspetti della sua preparazione. Il fuoriclasse sloveno ha spiegato di non amare molto gli allenamenti con tanti lavori esplosivi, ma di prediligere le lunghe pedalate in Zona 2, anche di cinque o sei ore.
Pogačar: 'Non mi piacciono le cose troppo esplosive'
L'intervista con Jakob Fuglsang ha offerto uno sguardo esclusivo non solo alla vita di un ciclista d'élite, ma anche alla dedizione e al lavoro dietro ogni successo. Tadej Pogačar ha dimostrato che l'allenamento efficace va oltre il semplice sforzo fisico, ma richiede una strategia ben pianificata, un forte stato mentale e un'attenzione particolare ai dettagli. Durante il podcast, ha enfatizzato l'importanza di adattare gli allenamenti alle diverse fasi della stagione, alternando tra lavori di resistenza, potenza e velocità.
Pogačar ha dichiarato che nel periodo invernale predilige pedalare "solo in zona 2, dalle cinque alle sei ore", svolgendo un lavoro ad intensità costante, per arrivare a casa con quella sensazione di "rotto ma soddisfatto".
in un altro podcast, Pogačar aveva rivelato che la sua potenza in Zona 2 è sui 320-340 watt, un valore che da solo spiega quale sia lo straordinario motore biologico di questo campione.
Parlando con Fuglsang, Pogačar ha poi raccontato anche quali sono i tipi di allenamento che non gli piacciono. "Dieci sprint all'inizio e dieci alla fine... è l'allenamento peggiore. Non mi piacciono le cose troppo esplosive" ha spiegato il campione del mondo di ciclismo.
'Ultima ora di allenamento con un po' di esplosività'
Il campione della UAE Emirates ha poi raccontato che, con l'avvicinarsi della stagione delle classiche di primavera, il suo allenamento cambia, per simulare le situazioni di gara. Un'aggiunta importante in questa fase della preparazione è il lavoro dietro moto, che il campione inserisce dopo una fase di alcune ore a ritmo sostenuto.
"Faccio da un'ora a un'ora e mezza dietro moto e poi un po' di esplosività nell'ultima ora" ha raccontato Pogačar a Fuglsang.
Tadej Pogačar non ha ancora presentato ufficialmente il suo programma di corse completo per il 2026. I punti fermi del suo calendario saranno le due classiche monumento che ancora gli mancano, Milano - Sanremo e Parigi - Roubaix, il Tour de France e i Mondiali in Canada. Pogačar potrebbe ripercorrere un piano simile a quello dell'ultima stagione, con il solo Tour come grande giro e tante classiche primaverili, ma non è del tutto escluso un ritorno al Giro e un conseguente taglio a parte delle classiche.