E' iniziato l'anno appena da qualchegiorno e probabilmente il portafoglio è già vuoto. Sembra unoscherzo, ma non lo è perché, come molti sapranno, l'inizio delnuovo anno ha coinciso con l'avvio di un piano di rincari ed aumentiche aggraveranno la già 'quasi' insostenibile pressione fiscaledelle famiglie che, con il 2014, saranno chiamate a cavarsela, oltreche con un più generalizzato aumento del costo dei prezzi al consumoche riguardano bisogni e servizi di prima necessità, anche con unaserie di aumenti della tassazione che inevitabilmente avrannol'effetto di stringerne ancor di più la cinghia.
I rincari infattitoccheranno in pratica tutti i settori e i servizi, dal prelievosulla cd. Tasi, la tassa sui servizi indivisibili qualiilluminazione, polizia locale, ec., in tutto simile alla vecchia Imu,con la differenza che a pagare non saranno i soli proprietari degliimmobili, ma anche gli inquilini e affittuari, all'aumento deiredditi d'impresa che riguarderanno le piccole attività fino adieci dipendenti, dall'aumento dei pedaggi autostradali, per finirecon l'aumento dei prezzi per i servizi postali. Insomma, ce n'è perogni gusto e per ogni settore.
Iniziamo dall'aumento delle tariffelocali: mediamente le tariffe aumenteranno per ogni contribuente,secondo i dati di Unioncamere, del 4,1% per quelle locali(comuni e Regioni), seguite da un aumento del 3,8% per le tariffepubbliche nazionali.
Complessivamente le tariffe nazionali e localicresceranno anche nel 2014 il 3%, in più del doppio dell'inflazione.L'inizio dell'anno ha già visto infatti consumarsi la modifica checonsentirà ai grandi e ai piccoli Comuni di aumentare l'aliquotaper il prelievo Tasi per la prima casa dal 2,5 per mille del 2013al 3,5 del 2014, mentre l'aumento dell'aliquota per la secondacasa sarà dal 10,6 per mille, all'11,6 per mille: un aumento chesecondo gli esperti arrecherà ai Comuni entrate per un miliardo emezzo di euro, indispensabili per il rispetto dell'impegnativo pattodi stabilità.
A ciò si aggiunga il saldo della cd. Mini-Imu,la cui scadenza è prevista per il 24 gennaio, per la quale 2500Comuni hanno già deliberato un rincaro dell'aliquota base pari al 4per mille. Oltre a questo, aumenti sui servizi idrici integrati,con un rincaro del 7,4%, e quelli relativi ai rifiuti urbani,che conosceranno un incremento tendenziale del 7.9% a famiglia.
Purtroppo le cattive notizie non sono finite: questo elenco dirincari riuscirebbe a fiaccare anche un toro, ma purtroppo non èancora terminato. E' previsto infatti un incremento della pressionefiscale anche per le già 'tartassate' piccole imprese, le quali conil nuovo anno dovranno prepararsi a mettere mano ad un rialzo del 10%della tassazione ordinaria, dal 53% del 2013, al 63% di quest'anno,un record che in passato non si era mai registrato. E non è finita:come annunciato solo qualche giorno fa dal ministro Lupi, il nuovoanno porterà con sé aumenti anche dei pedaggi autostradali,rincari che in media riguarderanno ogni automobilista per circa il4%, rincari che secondo Unioncamere «risultano di gran lungasuperiori al tasso di inflazione e avranno pesanti ripercussioni sututti prezzi, andando a sommarsi alla ormai insostenibile pressionefiscale».
In generale l'aumento dell'inflazionetariffaria per il nuovo anno si aggirerà sul 3% in media, "un datodi gran lunga superiore rispetto alla crescita attesa nel livellomedio generale dei prezzi». Tutte imposte quelle appena elencateche, com'è noto, hanno il 'merito' di fare dell'Italia, uno dei trepaesi al mondo con la più alta pressione fiscale, che a fronte diuna crescita pari allo Zero, se non in recessione come da qualchetempo a questa parte, fanno del nostro paese, un paese in cui èsostanzialmente impossibile investire e fare impresa, cosìcome più semplicemente arrivare a fine mese. Fortunatamentel'aumento dei beni al consumo per i generi alimentari sono al momentomoderati: l'incremento infatti sarà pari al 2%, ma solo per alcunialimenti, e dello 0,5% per prodotti non alimentari.