Continua la partita tra Comuni e Governo riguardo le aliquote Tasi e dunque l’Iuc, la nuova imposta che ingloba al suo interno, oltre alla stessa Tasi, anche Tari e Imu (valida però solo per i possessori di seconde case).



E’attualmente in discussione un emendamento al decreto legge Enti Locali che consentirebbe ai Comuni di incrementare le aliquote Tasi per poter supportare le detrazioni, ma un innalzamento delle aliquote studiato solo ed esclusivamente per le riduzioni dell’imposta da destinarsi ai ceti meno abbienti non risolve il problema dell’abbassamento del gettito derivante dalla prima casa rispetto alla 'vecchia' Imu.





I Comuni insomma chiedono di porre un argine ad una situazione che metterebbe in grave pericolo i propri bilanci, dato l’abisso tra il 6 per mille della ‘vecchia’ Imu e il 3,5 per mille della Tasi.

Calcolo Imu 2014, Iuc e Tasi: rischio stangata per Comuni e contribuenti, chi e quanto pagherà - E’allarme per i Comuni più piccoli e i ceti meni abbienti

Per comprendere bene il problema appare opportuno dividere gli italiani in due grandi categorie. La prima è quella cui appartengono i possessori di case che valgono fino a 70.000 euro: in questo caso le famiglie rischiano di dover far fronte ad incrementi assolutamente significativi rispetto all'Imu ma solo qualora non dovessero soddisfare i requisiti stabiliti per aver diritto alle detrazioni; in tal caso potrebbero addirittura essere esentati.



Il secondo gruppo prevede al suo interno i possessori di abitazioni più grandi e costose, che rispetto al precedente regime godranno di enormi vantaggi derivanti dalla differenza del massimo di aliquote applicabile (3,5 per mille dell’Imu contro il 6 per mille della Tasi).



Per quanto riguarda i Comuni, risultano particolarmente a rischio i residenti dei piccoli centri, che quasi certamente approfitteranno della discrezionalità accordatagli per aumentare fino al limite massimo consentito le aliquote Tasi.



Fin da quando venne abolita la seconda rata Imu per le prime case, l’imperativo chiave era ‘preservare le categorie meno abbienti dato che la casa è un diritto e non un privilegio’, ma da allora i tanti provvedimenti susseguitisi (introduzione Iuc, mini-Imu e bagarre Tasi) sono andati esattamente nella direzione opposta.



A tutto questo va aggiunto il rischio che la sanatoria stabilita lo scorso anno (e stando alla quale i contribuenti che avessero commesso errori nel versamento della seconda rata Imu non avrebbero dovuto pagare interessi o more di alcun tipo) possa cadere a causa di un emendamento al Dl Imu-bankitalia.



Anche la classe politica si sta mobilitando, con il M5S a denunciare ‘la presa in giro’ perpetrata ai danni degli italiani e Scelta civica che minaccia addirittura la crisi di governo qualora i Comuni non verranno messi nelle condizioni di poter ricevere lo stesso gettito che garantiva l’Imu.



L’unica cosa certa è che a perdere questa partita saranno ancora una volta i contribuenti italiani.