Tra le nuove tasse imposte dal governo per il 2014, econtenute nella legge di stabilità, colpisce molto l'articolo 64 della legge99/2013 che impone ai venditori di sigarette elettroniche di aumentare il costodelle stesse e di ogni accessorio di cui hanno bisogno del 58,5%, tassa che poiandrà versata allo Stato italiano.
Questa imposizione, che ha dei profili di forteincostituzionalità in quanto va contro il principio di uguaglianza fracittadini, contro l'art. 54 (sulla progressività delle tasse in base allacapacità contributiva), contro gli articoli costituzionali sulla libertà di impresaeconomica, è passata praticamente sottosilenzio ma è possibile che porti al fallimento di molte attività in uno dei pochi settorieconomici che si potevano definire in crescita in Italia: quello dei nuovinegozi di sigarette elettroniche i cui proprietari erano appena passati dallavendita online all'organizzazione di negozi fisici e di brand.
Contro questo provvedimento si sono mosse le associazioni di categoria del settore, affiliate a Federcontribuenti, fra cui la Lega Italiana Fumo Elettronico, le associazioni di categoria, Anafe-Confindustria e Fiesel-Confesercenti e la Lega Antifumo. Il 7 gennaio sarà presentata al Tar una prima serie di ricorsi per incostituzionalità contro il provvedimento, cui ne seguiranno molti altri.
Secondo le associazioni di categoria, questa tassa crea l'ingiusta situazione per cui un unsemplice carica batterie, accessorio necessario al funzionamento dellasigaretta elettronica ma acquistabile anche in qualsiasi negozio anche peraltri motivi, si ritroverà ad essere più caro del 58,5% se acquistato in unnegozio di sigarette elettroniche.
La stranezza dell'articolo 64 della legge 9/2013 è che sembra anche andare contro il diritto alla salute sostenuto dalla Costituzione Italiana: la sigaretta elettronica, che funziona sulla base di liquidi diricarica che non sempre hanno a che fare con la nicotina e di semplici dispositivielettronici, è utilizzata come metodo per smettere di fumare tabacco, mentre letasse sul tabacco e sulle sigarette normali e l'instaurazione del monopolio statale sono state messe proprio per disincentivareil vizio del fumo di tabacco, specialmente fra i più giovani.
Lo stessomonopolio di Stato sul tabacco e il rigido sistema di distribuzione dellesigarette costituito dalle cosiddette "privative", cioè licenze particolari eincedibili per la vendita del tabacco, con la forte tassazione specifica sulprodotto, erano state introdotte sin dal 1861 e sono state portate avanti perpiù di un secolo come tentativo di migliorare la salute pubblicae di prevenire gli abusi.
In questo caso sembra invece che lo Stato italianoabbia dato rilevanza alla tassazione del concetto di fumo, più che al dannoderivato dall'abuso di nicotina.