Vessillo per il governo Letta, l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti fa già discutere. A farlo sono le associazioni "no profit" che hanno analizzato la nuova legge con cui ogni contribuente può dare "liberalità volontari" ai partiti e come d'incanto, ecco la gabola: se finanzi un partito, paghi meno tasse rispetto al finanziamento ad una onlus.

Sembra uno scherzo ma non lo è. Pare infatti che nel meccanismo di detrazione introdotto dal governo ci sia un aspetto non di poco conto. In un meccanismo piuttosto machiavellico, il cittadino che elargisce un contributo ad un partito politico ha una detrazione ben più alta di chi dovesse decidere (e come dargli torto?

ndr) di affidarsi ad associazioni di volontariato, ambientaliste o sociali.

Il meccanismo appare ancora un po' contorto e meriterebbe molta attenzione. Pare infatti che nel calcolo della detrazione, cambino i tetti di detrazione in modo tale per cui, a fronte di una stessa aliquota di detrazione del ventisei per cento, il rimborso per il donante è nettamente diverso.

Presa ad esempio una donazione di 10mila euro, in caso di donazione ad un partito, pare che il rimborso (detrazione fiscale ndr) si aggirerebbe sui duemila euro mentre, in caso di finanziamento ad una onlus, la cifra arriverebbe a circa cinquecento euro. Tuttavia è ancora presto per puntare il dito contro una a legge che è stata appena approvata.

Certamente margini di intervento possono essere apportati soprattutto perché i decreti attuativi in materia fiscale possono essere delegati al governo dal parlamento e quindi, per questa ragione, sarà il nuovo governo a risolvere questo pasticcio che sta mettendo sul piede di guerra molte associazioni "no profit". Un'altro punto da segnare sull'agenda delle priorità del governo Renzi.