Il canone Rai è sicuramente una delle tasse più odiate dagli italiani, che non ne condividono il pagamento nell'era della pay-tv e di internet. Ricordiamo tuttavia che questa tassa non è legata alla visione o meno dei canali Rai quanto piuttosto si paga per il possesso dell'apparecchio televisivo. Deve quindi essere pagata da tutti. Le cose però non sempre stanno così: è infatti stimato che circa il 17% dei contribuenti non paga il canone con danni erariali pari a 1,7 miliardi di euro.

Una situazione che ha spinto il Governo a valutare un'idea alternativa che possa fare in modo di ridurre l'evasione: non quindi più una tassa fissa pari ad € 113,50 (così è stato per il 2014), quanto piuttosto un importo da versare in base al reddito familiare, diminuendo così nel caso delle famiglie in difficoltà economiche.

In questo modo si pensa di azzerrare l'evasione già a partire dal 2014, evitando però strade alternative come ad esempio il pagamento all'interno della bolletta elettrica.

Le nuove idee per sviluppare la televisione di Stato

La certezza dell'introito del canone dovrà in futuro essere garanzia di qualità per la televisione di Stato, che diversamente rischia di perdere competitività nei confronti delle piattaforme a pagamento. È questo ad esempio quanto accaduto per i Mondiali di Calcio del 2014 poiché la Rai manderà in onda solo le partite della Nazionale e di un altro match al giorno, lasciando a Sky l'esclusiva di tutti gli altri incontri. Per migliorare la competitività sono altre le idee al vaglio del Governo quali ad esempio la quotazione in Borsa di Raiway, la società che gestisce i ripetitori, oltre che dare vita a dei veri consistenti risparmi all'interno delle varie sedi regionali.