È sicuramente una delle tasse più invise agli italiani, al pari del bollo auto, perché sembra ingiustificata visto che la Tv di Stato si foraggia anche con entrate pubblicitarie. Tanto è che un italiano su tre non la paga allo stato attuale delle cose. Pochi giorni fa era arrivata allora dal governo la proposta di abbassarla, e non solo, ma anche di inserirla, spalmandola, mese, per mese, nella bolletta di fornitura di energia elettrica, così l'evasione si sarebbe praticamente azzerata, ma il provvedimento per ora non ha avuto tutti i nulla osta necessari per diventare esecutivo già da questo 1 gennaio 2015, come doveva essere.

Anche fra gli utenti si erano riscontrati pareri discordanti, per alcuni non aveva senso perché possedendo loro più case avevano anche più contratti, quindi il canone sarebbe stato in certi casi pagato più volte. Probabilmente per queste situazioni la legge avrebbe previsto accorgimenti per evitare che ciò accadesse. Si suole dire che a pensare male si fa peccato, ma è inevitabile vedere negli oppositori al cambiamento, che ripetiamo avrebbe comportato anche un abbassamento del canone, sempre nella logica di venire incontro alle famiglie e alle fasce più deboli, come i pensionati, quella parte di Italia che la tassa la evade bellamente e perciò un provvedimento di tale tipo sarebbe andato solo a loro detrimento.

E invece molti ci avevano sperato, in tale modo quasi non ci si sarebbe accorti di pagarlo, il Canone; anche la ricerca svolta da Mediobanca poco conforta, cioè sapere che noi paghiamo una tassa più bassa per la Televisione rispetto a Germania, Francia e Inghilterra, non giova poi granché, visto che comunque in quei Paesi stipendi e pensioni sono più alti.

Le reti che vengono inserite nel servizio pubblico non si approvvigionano con la pubblicità e non sprecano i loro introiti a mantenere un carrozzone di personale, che si sa essere un grosso bacino di voti elettorali, perché non dimentichiamo che ad ulteriore aggravante agli occhi dei cittadini c'è proprio questo: l'emittente pubblica è nominata, da sempre, dal governo, perciò i partiti hanno le loro quote, in tutto, nelle scelte amministrative, ma anche degli artisti.