Continuano ad aumentare le Partite Iva, molte delle quali, però, nascondono veri e propri rapporti di lavoro subordinati: nel solo mese di novembre scorso, infatti, le nuove Partite Iva sono state 38.351, con un +15,5% rispetto a novembre 2013. L'aumento è da giustificarsi con l'accaparrarsi il regime fiscale di vantaggio contenuto nella normativa precedente la Legge di Stabilità 2015, ma la notizia più importante è che dall'inizio del 2015 è iniziata la guerra alle false Partite Iva.

Dunque la corsa ad aprire la Partita Iva con la vecchia normativa, più vantaggiosa rispetto a quella introdotta dal Governo Renzi, con la tassazione al 5% per ricavi fino a 30 mila euro l'anno, giustifica i dati in incremento del fenomeno di fine 2014.

Con la nuova Legge di Stabilità 2015, infatti, aprire la Partita iva comporta una tassazione triplicata, dal 5 al 15% e l'articolazione delle fasce di reddito da 15 a 40 mila euro.

Ma, se da un lato lo stesso Renzi ha ammesso di aver fatto ben poco per agevolare le Partite Iva, dall'altro si sta cercando di stanare il fenomeno del ricorso all'apertura della posizione Iva per coprire un lavoro da dipendente vero e proprio: si calcola, infatti, che su 5,5 milioni di Partite Iva attive, all'incirca 3 siano rappresentate da lavoratori autonomi non dipendenti. Numeri di professionisti all'interno dei quali si nascondono sacche di lavoro grigio, se non nero: infatti, sui 3 milioni di Partite Iva, circa 750-800 mila hanno un solo ed unico cliente e, di queste, il 35-40% sono false Partite Iva.

Ciò significa che 350-400 mila lavoratori sono costretti a lavorare con Partita Iva coprendo un impiego da subordinato.

Partite Iva: 3 indicatori che fanno scattare il lavoro subordinato e l'assunzione

Sono tre gli indicatori che fanno scattare l'assunzione come lavoratore subordinato anziché da autonomo con Partita Iva, ma basta il verificarsi già di due:

  1. avere una postazione fissa di lavoro presso la sede del committente (cliente);
  2. la percentuale dell'80% dei corrispettivi annui, per almeno due anni consecutivi, dovuta alla collaborazione con il committente;
  3. la durata della collaborazione che, per due anni consecutivi, non deve superare gli 8 mesi annui.

In presenza di queste situazioni, debuttano i controlli previsti dalla Legge Fornero: gli ispettori dell'Agenzia delle Entrate e dell'Inps, potranno stabilire automaticamente la trasformazione della Partita Iva in contratto di collaborazione coordinata e continuativa oppure di contratto a tempo indeterminato.