Una cosa è certa: il governo Renzi ce la sta mettendo tutta per combattere il fenomeno dei "finti poveri" sul territorio italiano, cioè quei cittadini che dichiarano un reddito inferiore rispetto alle loro reali condizioni economiche. Gia con Enrico Letta, nei primi mesi successivi alle ultime elezioni politiche, era stato avviato il provvedimento che puntava a stanare coloro che si fingevano poveri per pagare una retta notevolmente inferiore a quella della maggior parte degli italiani circa l'iscrizione a Scuola e università dei propri figli, ma nel giro di un paio d'anni la politica sembra aver dato una scossa ad una riforma di cui l'economia nostrana aveva un impellente bisogno.
Le novità che riguardano il nuovo Isee, infatti, ridimensionano notevolmente la fetta di popolazione a cui è garantita un'agevolazione per gli studi e i Caf contano di registrare un notevole abbassamento degli aventi diritto a partire proprio dal 2015, anno di entrata in vigore del presente decreto.
Tali centri, fra l'altro, avranno bisogno di tutte le risorse economiche dell'Inps per garantire tali agevolazioni, in un mix di enti che punta a migliorarne la distribuzione a ciascuna famiglia. I furbetti, si sa, sono un po' ovunque, ma l'obiettivo è quello di "aggiustare il tiro" per permettere a chi ne ha davvero bisogno, per un motivo o per l'altro, di potersi garantire gli studi senza spendere una fortuna.
E in questo sarà determinante anche il fattore immobiliare, poiché il valore della casa sarà calcolato con lo stesso moltiplicatore utilizzato per l'Imu. Tale procedimento, dicevamo, non riguarderà soltanto gli universitari, ma andrà a "colpire" quei finti poveri che finora ne avevano approfittato per mandare i figli all'asilo: il costo della scuola non è mai stato basso, questo è un dato di fatto, ma bisogna riconoscere il merito ad un governo che mai come quest'anno punta a risanare l'economia italiana attraverso la trasparenza, facendo luce su quelle cose "all'italiana" che da sempre fanno cattiva pubblicità al nostro Paese.