L'anno scorso il comune di Livorno aveva messo in atto ciò che aveva fatto da battistrada durante la campagna elettorale per le elezioni del sindaco del M5S, Filippo Nogarin, ovvero far pagare l'Imu alla Chiesa per quanto riguarda le attività da essa gestita (scuole paritarie, centri accoglienza, etc).

Fin da subito è nato uno scontro tra il comune e le alte sfere ecclesiastiche, tanto che la comunità religiosa di Livorno non ha esitato a rivolgersi direttamente a Roma affinché facesse ciò che doveva per rendere illegittimo il provvedimento. La situazione, però, non poteva essere risolta semplicemente con un dialogo tra Chiesa, Stato e Comune di Livorno, portando tutta la vicenda di fronte alla Corte di Cassazione, che ha dovuto prendersi la responsabilità di analizzare le carte in questione e pronunciarsi di conseguenza.

Le parole dell'Arcivescovo di Ferrara

L'Arcivescovo di Ferrara, Negri, si è spinto ben oltre la semplice affermazione che la scelta è assurda e creativa, ha addirittura scritto una lettera a Matteo Renzi affinché il Governo si esprimesse in prima persona. Secondo Negri la scelta circoscritta al Comune di Livorno non può essere accettabile, un'idea venuta in mente a un piccolo gruppo di assessori che volevano solo uscire alla ribalta sui giornali.

In realtà, secondo quanto emerge dalla sentenza della Cassazione, la richiesta del comune della città labronica è più che legittima, in quanto nella fattispecie le scuole gestite da istituti religiosi sono edifici di proprietà e quindi non esenti da pagamento della tassa comunale sulla proprietà.

L'ultimo commento rilasciato dall'Arcivescovo è che se la legge riguardo l'Imu divenisse effettiva e si allargasse a raggio nazionale, il costo che graverebbe sulla Chiesa indurrebbe questa a chiudere molte strutture, lasciando migliaia di bambini a spasso e senza istruzione.

Insomma, adesso sarà interessante vedere come finirà la storia, rimane comunque una scelta coraggiosa quella del comune di Livorno e del gruppo Nogarin nel chiedere alla Chiesa il pagamento dell'Imu, potrebbe essere un punto di svolta epocale per una diatriba che ha radici lontane, fin da quando sulla casa vige la tassa di proprietà.