Calcolo della Tari in base alle pertinenze della propria abitazione. In seguito ad una recente discussione in Parlamento il sottosegretario Baretta ha sottolineato che il calcolo della tariffa della tassa dei rifiuti deve essere effettuato, per ogni utenza, sola una volta e in particolar modo tenendo presente il totale della superficie abitativa a prescindere dal numero di pertinenze collegate ad essa. Nasce da qui la nuova possibilità di richiedere, da parte del cittadino, il rimborso retroattivo della Tari anche per gli anni passati.

Tari: rimborso per i cittadini, ecco come funziona

Tassa su rifiuti: secondo quando si apprende, sono diverse le amministrazioni locali che avrebbero applicato tariffe sulla tassa con calcoli nei quali venivano indebitamente considerate pertinenze, con maggiorazioni pari a più del 70%. Il problema è emerso in seguito alla verifica di alcuni contribuenti che hanno evidenziato che il calcolo della quota variabile veniva erroneamente effettuato per due volte, in particolare nelle pertinenze e nell’immobile di abitazione. In questo modo le casse di diversi comuni italiani si sono gonfiate con ingenti somme rispetto a quanto effettivamente dovuto. In seguito a quanto verificato e anche grazie alle denunce di associazioni dei consumatori, sarà possibile presentare apposita domanda per poter ottenere il relativo rimborso della quota non dovuta applicata sulle pertinenze.

Rimborso tassa dei rifiuti: come fare la domanda

Tutti i cittadini possono fare domanda per poter richiedere il rimborso della Tari al proprio Comune di residenza o, in alternativa, rivolgendosi direttamente all’ente preposto per la riscossione della tassa. In particolar modo è previsto il rimborso per gli importi versati negli ultimi 5 anni.

La domanda per il rimborso dovrà essere inviata tramite posta elettronica certificata (PEC) o raccomandata postale con ricevuta di ritorno, indicando nello specifico gli estremi numero 5 10764 del 18 ottobre 2017 della precisa interrogazione parlamentare e allegando i documenti relativi agli avvisi di pagamento della Tari che si vuole contestare per il proprio contesto abitativo.

Inoltre andranno indicati i precisi dati catastali, la superficie del fabbricato, il numero delle persone che abitano l’immobile in questione e la quota fissa variabile per ogni unità immobiliare. In assenza di risposta da parte delle amministrazion i comunali è possibile presentare ricorso. Risulta molto importante per gli utenti, prima di imbattersi in una possibile contestazione, l'attenta lettura dei relativi avvisi di pagamento della tassa ricevuti, verificando in particolare che la quota variabile applicata sulle eventuali pertinenze non risulti pari a zero euro. Si prevedono dunque tantissimi rimborsi per i cittadini che hanno pagato un surplus non dovuto e che saranno sicuramente appoggiati e affiancati dai movimenti per la difesa del cittadino che raccoglieranno le numerose segnalazioni per poter ottenere i dovuti rimborsi dagli enti locali.