Il Canone Rai è una delle tasse che gli italiani odiano di più pagare. L'imposta sul possesso di apparecchi televisivi è mal vista dalla maggior parte delle persone che la ritengono poco consona a quello che è la reale offerta del servizio pubblico soprattutto ora che la presenza di spot pubblicitari è molto ampia quasi a livello delle tv commerciali. Ora che è stata scoperta al suo interno una tassa occulta che resta nelle casse dello Stato invece di finanziare il servizio pubblico probabilmente sarà ancora più mal vista.
Solo 83 euro vanno nelle casse della RAI
Ebbene se gli italiani ritenevano che l'intero importo del canone Rai servisse per finanziare il servizio pubblico radiotelevisivo magari per migliorarne la qualità-utilità dei programmi, si sbagliava di grosso. Infatti non è così: Il giornalista Pompeo Locatelli, analizzando i bilanci del settore televisivo italiano tra il 2012 e il 2016 ha scoperto come su una cifra di 100 euro versati dai cittadini, soltanto 83 vengono girati alla RAI mentre i restanti 17 restano nelle casse pubbliche. Un 17% sottratto ingiustamente che anziché andare a finanziare e migliorare l'offerta pubblica della radiotelevisione italiana per avere un palinsesto con più qualità e meno pubblicità, va a rimpolpare le casse della finanza pubblica.
Una vera e propria tassa occulta, che va sempre a discapito del cittadino italiano.
Una imposta, quella del canone rai che viene prelevata direttamente dalla bolletta dell'energia elettrica in piccole rate mensili. Inoltre il giornalista Pompeo Locatelli continua nell'articolo considerando ancora più illogico il fatto che nonostante le ingenti entrate monetarie dovute dall'obbligatorietà del canone in bolletta elettrica, non si assista ad una riduzione della pubblicità, come accade già in altri paesi.
La Rai non è una televisione commerciale che basa la sua esistenza su accordi con brand per il lancio di spot pubblicitari, ma è una televisione che ha come scopo quello di fare servizio pubblico e di qualità utilizzando i fondi che milioni di italiani pagano ogni anno. Invece in un'era invasa da pubblicità in ogni luogo e ora, anche il servizio pubblico si è adeguato chiudendo accordi commerciali da milioni di euro con famosi brand mondiali. Non sarebbe stato meglio se si destinava il restante 17% del canone Rai al servizio pubblico invece di aumentare la pubblicità per nuovi ricavi?