Una delle ultime eredità del precedente governo, anche se attualmente ancora non c'è il nuovo esecutivo, è stato l'innalzamento con l'ultima legge di bilancio dei limiti di reddito per la richiesta e la fruizione del bonus degli 80 euro, istituito nel 2014 dall'allora governo Renzi. Come sappiamo, infatti, fino a tutto il 2017 a tutti i lavoratori veniva riconosciuto un credito di 80 euro mensili, come anticipo Irpef, a seconda della fascia di reddito. Fino a 24 mila euro annuali si aveva diritto a 960 euro. Con soglie di reddito più elevate il beneficio era, proporzionalmente, minore.

Le nuove soglie

Dopo una lunga battaglia politica, anche da parte dei sindacati, per poter far rientrare nel novero dei beneficiari percettori del bonus anche i dipendenti statali che con il recente rinnovo del contratto, portatore di un aumento di circa 85 euro lordi al mese, sarebbero stati esclusi dalla provvidenza, i limiti di reddito sono stati elevati. Ora i precettori di redditi da lavoro compresi tra gli 8 mila e 174 euro e i 24 mila e 600 euro potranno ottenere il bonus in misura piena. Mentre i percettori di redditi da lavoro compresi tra i 24 mila e 601 euro e i 26 mila e 600 euro lo otterranno in misura decrescente al crescere del reddito.

Quando conviene richiederlo

In base a come è stato strutturato il bonus, chi nel corso dell'anno dovesse percepire meno di 8 mila e 174 euro o più di 26 mila e 600, e avesse richiesto e ottenuto l'erogazione del bonus stesso da parte del datore di lavoro sarà costretto a restituirlo.

Nel primo caso, infatti, sotto la soglia sopra detta si rientra nell'incapienza. Di conseguenza, la propria Irpef è zero. Non dovendo fare alcuna dichiarazione dei redditi, perché non ci sono tasse da pagare, l'erogazione sarebbe indebita e, quindi, andrebbe restituita.

Perciò, come fanno notare diverse associazioni a tutela dei consumatori, in primo luogo l'Adiconsum, se non si è certi della propria posizione lavorativa e, sopratutto, non si può essere sicuri di superare la soglia minima richiesta per legge non è conveniente richiedere il bonus 80 euro.

Di conseguenza, sarà necessario comunicare al proprio datore di lavoro l'intenzione, almeno per l'anno fiscale in corso, di rinunciare all'erogazione del bonus 80 euro, proprio al fine di non doverselo vedere richiedere indietro in un secondo momento, probabilmente in coincidenza con i conguagli di fine anno, tra dicembre 2018 e gennaio 2019.

Anche perché l'eventuale rinuncia non preclude il fatto che, in sede di conguaglio di fine anno, se il lavoratore ha maturato i requisiti di reddito necessari per ricevere il bonus, questo gli venga erogato in unica soluzione. D'altra parte tutto potrebbe cambiare quando verrà predisposto il Def dal futuro Esecutivo

La questione politico - economica

Anche per il bonus 80 euro, comunque, viviamo una fase di incertezza dovuta alla mancanza, a tutt'oggi, di un vero governo nel pieno dei suoi poteri. Infatti. entro il prossimo 10 aprile 2018 sarà necessario presentare il "documento di economia e finanza", meglio conosciuto come Def, ma secondo quanto riferisce il Ministero dell'Economia e delle finanze, attualmente non esiste ancora nemmeno la bozza di tale documento.

Il Ministero ha comunicato che, di fatto, esiste solo un documento parziale e destinato solo ad un uso interno delle amministrazioni e che fa il punto su quanto fatto fino a questo momento. Ma non ci sono indicazioni su azioni future. Quindi, tutto potrebbe anche cambiare improvvisamente, ma certo i tempi si fanno sempre più stretti.