Le recenti tensioni fra gli Stati Uniti e l'Iran hanno avuto delle ripercussioni, soprattutto per quanto riguarda gli automobilisti, perché sono sempre loro ad avere la necessità di benzina e gasolio. Infatti, il petrolio sale di prezzo, tanto che i livelli arrivano all'aumento registrato quattro anni fa, nel lontano 2014, quando si era verificata una impennata simile, poi ripresasi con il ribasso dei mesi successivi e la stabilizzazione.

Parte la concorrenza delle compagnie

Le compagnie petrolifere stanno facendo di tutto per poter concorrere in questo weekend riguardo alla competitività dei propri prezzi.

Fortunatamente ci sono compagnie low coast che non alzeranno più di tanto l'importo, anzi, tenteranno di arginarlo, per quanto possibile, ma spesso e volentieri non tutto ciò che riguarda i prezzi dipende da loro. Perciò questo fine settimana sarà decisamente "costoso" per gli automobilisti, a prescindere dalla compagnia in cui si acquista.

I rincari: tutti i dettagli

Se per alcune categorie dovrebbe andare abbastanza bene per quanto riguarda un pieno per la propria automobile, ce ne sono altre che sono "costrette" a pagare un prezzo abbastanza salato. Un'auto con serbatoio da sessanta litri con tutta probabilità può costare anche ben cento euro con carburanti a 1,7 euro al litro (anche se c'è la probabilità concreta di superare la soglia dei due euro).

Ma la causa non è dovuta soltanto alla capienza del serbatoio della propria automobile: disseminate per l'Italia ci sono moltissime stazioni di servizio che hanno aumentato i prezzi in modo vertiginoso, che sfonda la soglia dei due euro al litro citata poco prima, secondo quanto riportato dal ministero dello Sviluppo. Un esempio lampante è Reggello, sulla A1.

I fattori causanti l'aumento

Fra i fattori determinati di questo problema che affligge il weekend è doveroso ricordare il calo di produzione del settore causato proprio dalla crisi fra le due potenze mondiali in questione di petrolio, ovvero USA e Iran. Questo scontro ha causato l'innalzamento di un barile di Brent europeo fino ad ottanta dollari, contro i più moderati settantadue dollari dell'americano Wti. L'aumento è da riscontrarsi soprattutto per Ip, Q8 e Tamoil. I dati dell'Osservaprezzi carburanti del Mise raccontano una media che oscilla pericolosamente fra 1,62 e 1,63, mentre la media del servito è fra l'1,74 e l'1,80.