Il 23 luglio sarà il termine ultimo per presentare la Dichiarazione dei Redditi tramite il modello 730, mentre per chi pagherà le Tasse attraverso il modello Redditi persone fisiche c’è tempo fino al 31 ottobre 2018. In alcuni casi non è necessario farla e molte cose non vanno dichiarate, inoltre chi è andato in pensione durante il 2017 o ha cambiato lavoro deve comportarsi in maniera differente. Non per tutti è obbligatorio fare il modello 730 ma a volte conviene e i documenti fiscali vanno conservati fino al 31 dicembre 2023.

Dichiarare le tasse per usufruire delle detrazioni

Anche quando non è obbligatorio fare la Dichiarazione dei Redditi con il modello 730 o il modello Redditi (ex Unico) può convenire farlo per usufruire delle deduzioni e detrazioni fiscali che offre allo Stato. Se però durante il 2017 non sono stati raggiunti 8.000 euro di entrate le tasse non vanno pagate e dunque non si può detrarre nulla. Chi ha redditi da lavoro dipendente e ha lavorato durante tutto il 2017, se non ha bisogno di fare un conguaglio e non ha spese da recuperare non ha necessità di fare il modello 730 perché è sufficiente la Certificazione Unica (ex CUD) consegnata dal sostituto d’imposta, cioè il datore di lavoro. Chi ha lavorato come prestazione occasionale non deve fare la dichiarazione se i redditi non hanno superato i 4.800 euro lordi, perché questo genere di lavoro viene tassato tramite ritenuta d’acconto e, nel caso in cui venga fatto il modello 730, va inserito tra i redditi diversi.

Se questi redditi superano i 5.000 euro all’anno è obbligatorio iscriversi alla gestione separata dell’Inps per versare i contributi.

Modello 730 per chi ha perso il lavoro o è andato in pensione

Chi ha perso o cambiato lavoro nel 2017 non deve dichiarare il trattamento di fine rapporto perché viene versato tramite tassazione separata dal datore di lavoro applicando l’aliquota media.

Il fisco calcolerà le tasse facendo la media dei cinque anni precedenti al versamento del TFR, in seguito arriverà al contribuente una cartella dell’Agenzia delle Entrate con i soldi da ricevere o da versare per pareggiare i conti. Se l’importo è minore di 100 euro non c’è nulla da pagare o da riscuotere. Le somme percepite con i patti di concorrenza, ossia gli accordi tra datore di lavoro e dipendente per non lavorare in un’impresa concorrente dopo il licenziamento, vanno nella tassazione separata e non devono essere dichiarati.

Per quel che riguarda i pensionati, chi nel 2017 lo era già non deve fare nulla, perché l’Ente che eroga la pensione invia direttamente all’Agenzia delle Entrate la Certificazione Unica. Se i redditi da pensione sono inferiori a 7.500 euro annui la dichiarazione non va fatta, così come situazioni pensionistiche e prestazioni Inps particolari che non devono essere dichiarate, ad esempio la maggiorazione sociale dei trattamenti pensionistici e l’assegno di maternità per le donne non lavoratrici. Non vanno dichiarati neanche i redditi da terreni inferiori a 185,92 euro e nemmeno l’abitazione principale con le pertinenze.