Già da qualche anno gli SSD (Solid State Disk) hanno avuto un boom di vendite grazie alla loro tecnologia che permette una elevata velocità di lettura/scrittura dei dati. L'utilizzo di memorie Flash ha permesso ai nuovi sistemi di archiviazione di superare i 500 Mb/s, migliorando le performance anche dei sistemi più obsoleti. Nonostante questa straordinaria innovazione, comunque, il prezzo elevato che contraddistingue questa categoria di prodotti ne ha limitato la diffusione, soprattutto nelle dimensioni oltre i 512GB, ed ha impedito la totale sostituzione dei vecchi HDD (Hard Disk Drive), ma forse ancora per poco.

Oggi è in arrivo una nuova generazione di hard disk capaci di immagazzinare dati con una velocità mille volte superiore rispetto a quella attuale.

Un gruppo di ricercatori del Politecnico di Eindhoven, infatti, ha scoperto una nuova tecnologia basata su impulsi laser ultra-brevi che fanno 'ruotare la bussola' degli elettroni e rendono lo storage dei dati mille volte più veloce dei sistemi attuali. Fino ad oggi, l'unico modo di scrivere informazioni è stato grazie all'utilizzo di testine magnetiche, le quali alteravano l'orientamento dei campi magnetici di un materiale e ne permettevano la memorizzazione. Maggiore era la forza applicata e tanto più veloce poteva essere il processo di immagazzinamento.


Una ricerca simile è stata effettuata anche nei centri di ricerca e sviluppo dell'Università Sapienza di Roma e nel Politecnico di Milano, dove i ricercatori hanno dimostrato come sia possibile, attraverso impulsi laser di brevissima durata, aumentare direttamente l'energia di scambio per un tempo limitato alla velocità dell'impulso, senza necessariamente alterare la struttura magnetica del materiale. Questa nuova tecnologia apre un sacco di prospettive nuove verso la memorizzazione ultra-veloce dei dati e costituisce un importante passo avanti nella limitazione di quei fenomeni magnetici ultraveloci che prevedono surriscaldamento e che necessitano di dissipazione, ma ci sono ancora molti aspetti da verificare che frenano gli entusiasmi. Innanzitutto un singolo bit di memoria occuperebbe su questi nuovi dispositivi quasi 5 micron, ed è infatti nella capacità massima il problema principale di questi supporti. Altro aspetto da non sottovalutare è il prezzo, così come i dischi a stato solido anche questo nuovo sistema si è rivelato estremamente costoso, dunque richiederà ancora mesi e mesi di sviluppo.


Pare proprio che prima del 2017 sarà difficile vedere in commercio i nuovi dischi laser, e che la strada per la pensione degli ormai obsoleti HDD sia ancora lunga, non ci resta che aspettare e nella speranza che nel frattempo quelli già in commercio calino di prezzo, buon storage a tutti.