Il Mobile World Congress di Barcellona è uno degli eventi prediletti per le presentazioni culminanti dell’azienda sudcoreana, ma quest’anno non vedrà il lancio dell’atteso Samsung Galaxy S8, lo smartphone di punta, rivale diretto dell'iPhone. Lo ha fatto intendere Koh, capo del settore mobile dell'azienda alla stampa americana. Ancora non c'è una data ufficiale del lancio del Galaxy S8, i siti specializzati ipotizzano una data compresa tra marzo e aprile, in tutta probabilità a New York. I rumor sempre più insistenti riguardano i sensori di impronte digitali, la possibile scomparsa del tasto home – come avviene già per Huawei – e un nuovo design per la fotocamera posteriore.

Il ritardo del lancio di quello che viene considerato il 'telefono della rinascita', o sarebbe meglio dire ‘salvezza’, potrebbe essere dovuto alla maggiore cautela e all'impegno che la società ha preso, dopo l'inchiesta interna sull Galaxy Note 7, di migliorare la sicurezza dei suoi prodotti.

Quest’ultimo ha portato, dopo il grave episodio, all’annuncio da parte dell’azienda di un nuovo processo di qualità in 8 passaggi di verifica della batteria per i prodotti futuri.

Per giorni la notizia sul fallimentare Note 7 è passata in rassegna, ma la verità-conferma è arrivata solo due giorni fa quando l’istruttoria si è chiusa in modo definitivo.

"La nostra indagine, così come le altre completate da tre organizzazioni industriali indipendenti, ha concluso che le batterie sono state all'origine degli incidenti del Note 7".

Samsung Electronics ha individuato nel design e nelle manifattura delle batterie il problema dell'incendio che nei mesi scorsi ha colpito i suoi Galaxy Note 7, costringendo il gruppo a ritirarli dai mercati e a sospenderne a ottobre la produzione per i timori sulla sicurezza. Il rischio incendio ha richiesto un ulteriore approfondimento le cause del surriscaldamento delle batterie: circa 700 ricercatori e ingegneri di Samsung hanno tentato di replicare gli incidenti per comprendere e risolvere appieno il problema.

Oltre 200.000 Note 7 e più di 30mila batterie sono stati passati al setaccio. È Koh Dong-jin, a capo della divisione smartphone, ad affermare “ci facciamo carico delle responsabilità dell’insuccesso verificato” rinnovando le scuse della compagnia e l'impegno a riconquistare la fiducia dei consumatori nel mondo. Samsung ha stimato i costi del richiamo di 2,5 milioni di Note 7 in 5,3 miliardi di dollari: pur incolpando a settembre le batterie al litio date da un fornitore.

Poco dopo queste prime dichiarazioni emerse che anche i modelli con nuove batterie erano a rischio incendio.

Viene nuovamente da chiedersi perché Samsung non abbia mai suddiviso l'organizzazione in più brand (si pensi, ad esempio, a Huawei-Honor), ciò avrebbe permesso di non intaccare la nomea dell’intera nave. In realtà, le difficoltà sono numerose, tra queste la necessità di instaurare una molteplicità di culture aziendali e una serie di anni per ricreare l’organizzazione. Sarebbe più semplice cambiare il nome al Galaxy S8 in uscita. Quel “Galaxy”, oggi come oggi, porta male e si trascinerà dietro brutti ricordi. Urge ripensare a un nome nuovo, e forse cancellare in modo definitivo il Note brand?

Lo scopriremo fra pochi mesi.

Pare, intanto, che la fiducia delle persone non sia calata e che al "guasto" si sia legata l'idea che sia stata tutta colpa della fretta dell'azienda. Fretta di innovare, di accontentare la domanda. Fatto sta che col fuoco non si scherza. La promessa di Samsung su Twitter che “non si ripeterà più” sarà davvero sufficiente?