Gli utenti che si fossero loggati su Livejournal ieri, avrebbero trovato una sorpresa ad attenderli. In un pop-up l'amministrazione del sito informava che il suo User Agreement era appena cambiato e bisognava accettare i nuovi accordi, per proseguire nella navigazione.
Le motivazioni sembravano di ordinaria amministrazione: proprietà della compagnia russa di media online, SUP Media LLC, in ossequio alle nuove leggi anti-terrrorismo in vigore in Russia, i server del sito sono stati spostati da San Francisco al territorio russo, ricadendo quindi sotto la sua legislazione.
La realtà dietro questa decisione è però molto più complessa.
Lo User Agreement della discordia
Prima di tutto ad allarmare è il disclaimer in giallo che avverte che la traduzione in inglese dello User Agreement di LiveJournal non ha valore legale: un link rimanda alla versione in cirillico, unica a fare fede in caso di controversia. In quanto piattaforma internazionale, la scelta appare molto strana, dato che il russo non è certo diffuso quanto l'inglese fra l'utenza del sito.
Lo User Agreement, oltre a essere redatto in un inglese non pienamente corretto, all’articolo 9.2.7 avverte inoltre che fra i motivi per cui un blog potrebbe essere bloccato dall'amministrazione ci sono presunti ‘political solicitation materials’; inoltre qualunque contenuto ritenuto non adatto ai minori dalla legge russa dovrà essere flaggato come ‘adult content’.
Pertanto anche discorsi legati al mondo LGBT di qualsiasi natura dovranno ricadere sotto la scure di questa ulteriore protezione.
La libertà di stampa e Navalny
Non è la prima volta che LiveJournal subisce attacchi di questa entità dal mondo russo. Fondata nel 1999, la piattaforma di blogging - una delle più vecchie presenti sul web – ha sempre ospitato una forte presenza di attivisti politici russi ed è stata in passato posta sotto periodici attacchi da parte degli hacker.
Lo spostamento dei server in USA aveva contenuto il problema, che però non può essere più aggirato. Dopo la promulgazione delle leggi anti-terrorismo russe – soprannominate ‘leggi del Grande Fratello’ – il sito, ormai proprietà di una compagnia russa, è stato costretto a riportare tutti i suoi server sul suolo patrio.
Questa svolta restrittiva nel regolamento del sito segue altre misure simili, che stanno mettendo in grave difficoltà le attività online degli oppositori politici al regime russo.
A gennaio di quest'anno, infatti, Yandex.Money si è presa la libertà di bloccare gli account sospettati di perseguire non meglio precisati scopi politici, dopo che Alexey Navalny aveva iniziato a finanziare la sua campagna politica tramite fundraising attraverso l’account del manager di detta campagna, Leonid Volkov. Allo stato attuale molti utenti hanno così deciso di abbandonare la piattaforma per altri lidi, come la sorella minore di LiveJournal, Dreamwidth. Ma cosa ne sarà della libertà di parola in Russia?