Si è conclusa pochi giorni fa la XII edizione del SAS Forum 2017 a Milano, uno dei più grandi eventi sulla cultura innovativa in ambito digitale. Tra i diversi ospiti, manager, imprenditori ed esperti, tra cui Maurizio Melis, Fabio Sbanchi e Oliver Schabenberg, c’era anche l’artista e innovatore Neil Harbisson, considerato a tutti gli effetti il primo cyborg della storia.

Nato in Inghilterra, ma divenuto celebre in Catalogna, dopo aver scoperto di essere affetto da acromatopsia (l’incapacità di percepire i colori), a 21 anni Harbisson decide di farsi impiantare chirurgicamente nel cranio un’antenna che gli consente di “sentire” i colori trasformandoli in onde sonore.

Potrebbe sembrare la trama di un film di fantascienza, eppure è realtà e per l’eclettico artista, pittore, compositore e fotografo, la Tecnologia non è più semplicemente uno strumento: “L’unione human-machine mette a mia disposizione un senso artificiale, che mi consente di provare nuove esperienze di realtà, utili nella creazione artistica e nel quotidiano”, afferma. È il suo stesso corpo ad essere tecnologia e la sua antenna costituisce un vero e proprio organo, tanto che nel 2004 il governo britannico l’ha riconosciuto a tutti gli effetti come Cyborg.

Il futuro è l'intelligenza artificiale

Sebbene oggi ci sia molta diffidenza intorno a questa nuova frontiera dello sviluppo cibernetico e dell’intelligenza artificiale, è fortemente probabile che in un futuro non molto lontano sarà comunemente accettato e considerato normale essere dotati di nuove parti del corpo e di nuovi sensi per merito della tecnologia, raggiungendo forme di creatività finora impensabili. Secondo Harbisson, che sta collezionando non pochi scontri con i credenti, "la verità è che la tecnologia si evolve più velocemente rispetto alla capacità umana di digerire il cambiamento.

Se l’unione tra uomo e tecnologia darà vita a nuove forme identitarie, oggi la società non è ancora pronta a recepire la diversità. Ritengo sia necessario fare cultura, educare e preparare l’individuo a vivere la trasformazione".

È proprio per cercare di sensibilizzare la società che dal 2010 l’artista è cofondatore, insieme a Moon Ribas, della Cyborg Foundation, un’organizzazione che ha l’obiettivo di sostenere le persone che intendono diventare cyborg, difendendone i diritti e promuovendo il concetto in continua evoluzione di “cyborgismo”, inteso come l’insieme dei diversi tipi di interazione tra la tecnologia e gli organismi.

Se questo giovane e timido artista è riuscito a trasformare una disabilità fisica in una possibilità di arricchire la sua esperienza sensoriale ed emotiva e di esprimere se stesso umanamente e artisticamente forse non dovremmo essere così spaventati dall’avvento di un’eventuale Era dei Cyborg.