Sono stati pubblicati, su "Nature Communications", gli esiti di una ricerca eseguita da un team di studiosi francesi di diverse Università in collaborazione tra loro, e precisamente il National Center for Scientific Research e le università di Bordeaux, Paris-Sud ed Evry. L'equipe, guidata dalla dott.ssa Julie Grollier, ha creato una sinapsi artificiale, denominata "memristore", che è in grado di "ricordare" i passaggi del segnale elettrico che avvengono al suo interno.

Infatti, come è possibile leggere sull'Abstract della ricerca pubblicato da "Nature Communications", gli studiosi sono partiti dall'assunto che "nel cervello, l'apprendimento si ottiene attraverso la capacità delle sinapsi di riconfigurare le connessioni tra i neuroni".

Ed è proprio questa plasticità delle sinapsi che rende il nostro cervello tanto straordinario e in grado di imparare ad ogni età.

Il "memristore" ha la capacità di equilibrare o sintonizzare la propria conducibilità degli impulsi che lo attraversano, secondo un modello di apprendimento che viene definito Plasticità dipendente dal tempo di incidenza, in sigla STDP. Come spiega "Repubblica", che ha riportato la notizia, l'avveniristico dispositivo è tecnicamente formato da due elettrodi collegati all'interno di un finissimo strato di ferro elettrico, di cui si può regolare la resistenza attraverso degli impulsi di tensione.

Quanto siamo vicini ad un'intelligenza artificiale autonoma?

La ricerca mette in evidenza quale sia l'obiettivo per il futuro.

Come dichiarato nell'Abstract: "le future reti neuronali artificiali comprenderanno miliardi di queste nanosinapsi" e questa circostanza, continua la ricerca "richiede una chiara comprensione dei meccanismi fisici responsabili della plasticità".

Ovviamente, non siamo ancora all'intelligenza artificiale autonoma e senziente, ma sicuramente questo studio fa un enorme passo avanti verso questa direzione.

Tutto ciò pone gli scienziati dinanzi a prospettive entusiasmanti da una parte, ma anche a problemi di carattere etico - morale di non poco conto. Infatti ulteriori sviluppi di questa tecnologia potrebbero essere utili in un'infinità di campi, dalla medicina all'informatica, passando per l'ingegneria, per fare solo alcuni esempi.

Allo stesso tempo, la nostra comprensione dei meccanismi del cervello, e in particolare della capacità delle sinapsi di modificarsi e adattarsi, ad essere sinceri allo stato attuale - nonostante i progressi - sembra ancora ad uno stato troppo embrionale.

Inoltre in precedenti esperimenti sono già stati impiantati dei microchip all'interno dell'organismo con buoni risultati, ma una vera e propria intelligenza artificiale è qualcosa di molto diverso. Siamo sicuri di saperla gestire e padroneggiare?