Niente come la luce è simultaneamente remoto e costantemente nuovo e a Wasp, l'azienda di Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, che produce stampanti in 3D, si deve l'ideazione di un originale contest che addensa creatività e tecnologie all'avanguardia digitale. La key words del progetto è "potenzialità" della stampante 3D e la gara prevede la realizzazione di un punto luce (paralume, plafoniera, oggetto da tavolo e altro ancora) come prodotto unico e senza assemblaggi in grado di essere l'esito di intuizioni afferrate dalle vocazioni tecnologiche.

Un paralume, quindi, può essere stampato, tanto quanto una casa, secondo la tecnologia FDM a granulo termoplastico traslucido permessa da Delta Wasp 3MT Industrial che si applica per la fabbricazione di oggetti dalla geometria complessa e dotati di intrinseche qualità materiali ed estetiche. Il termine per la presentazione dei materiali del "3D Printing Light Contest" scade il 12 febbraio ed il 3 e 4 marzo alla Triennale di Milano si svolgeranno le premiazioni fondate sull'interpretazione innovativa del punto luce. Fanno parte della Giuria Massimo Moretti, Ceo Wasproject, Enrico Bassi, OpenDot Digital Fabrication Manager, Giorgio Giurioli, Giurioli Design.

Anche una casa si stampa a Shamballa

Shamballa è un sogno, una comunità utopica, una visione di futuro o, forse, una filosofia.

Comunque la si pensi, ciò che conta è che Wasp ci crede, come spiega in un simpaticissimo fumetto affidato alla rete (www.wasproject.it/w/up-content/uploads/2017/11/Fumetto-Wasp_web_OK.pdf) ed in base al quale sembra che il mondo per salvarsi da un'incalzante e stingente pressione demografica sbaragliata dalla carenza di risorse, debba incamminarsi verso una trasfigurazione dell'organizzazione sociale che scelga metodi intelligenti di autoproduzione con l'ausilio di tecnologie avanzate.

Un orto potrebbe autocoltivarsi e una casa stampata essere dotata di tutti i confort, inclusa la zanzariera. Se spicchi di utopia possono essere tirati giù nella progettazione reale, resta il problema della fiducia in questa visione avanzata e dei finanziamenti. In fondo, però, spiega Wasp, "piccoli pensieri prendono forma depositandosi" e l'intenzione va individuata nella sua "semplicità" se il fine è il bene collettivo e le macchine potessero aiutarci a diffondere cibo, salute, case, lavoro, energia.