Dopo una serie di tweet provocatori sull'onda del #deletefacebook, Elon Musk ha rimosso le pagine Facebook di entrambe le sue compagnie, SpaceX e Tesla, dicendo addio ad oltre 2,5 milioni di follower. Ma questo non pare preoccupare minimamente il miliardario che non ha mai nascosto la sua avversione all'utilizzo della piattaforma a cui, infatti, non si è mai iscritto.
La sfida
Tutto ha inizio lo scorso 23 marzo quando Twitter è in pieno fermento a causa delle ultime notizie sullo scandalo di Cambridge Analytica che coinvolge il colosso blu. Un utente, rivolgendosi direttamente ad Elon Musk, lo invita, in tono beffardo, ad eliminare la pagine Facebook di SpaceX “if you are the man”.
La risposta di Musk non tarda ad arrivare. Dopo aver affermato di non essere nemmeno a conoscenza dell'esistenza di tale pagina promette di provvedere alla sua rimozione. Via quindi alla pagina di SpaceX. A seguire una serie di segnalazioni, sempre via Twitter, sulla presenza di una pagina Facebook dedicata anche all'altra grande compagnia di Musk, Tesla. Eliminata anche questa senza troppi complimenti.
E Instagram?
Alla domanda pressante circa la permanenza delle compagnie su Instagram, Musk afferma che i profili di SpaceX e Tesla continueranno ad essere attivi, almeno finché Instagram rimarrà “abbastanza indipendente”. C'è da chiedersi se ciò sia effettivamente possibile: Instagram è oramai da tempo proprietà Facebook e le piattaforme sono in comunicazione tra di loro tramite scambio di informazioni al fine di "offrire un'esperienza migliore".
#deletefacebook
Ciò che è accaduto non è altro che l'eco di una settimana particolarmente negativa per Facebook. Ora più che mai la piattaforma gode di una pessima reputazione, soprattutto alla luce dell'ultimo scandalo legato a Cambridge Analytica, la società accusata di essersi appropriata dei dati di oltre 50 milioni di utenti Facebook e che pare avrebbe influenzato persino le ultime elezioni presidenziali americane.
L'hashtag #deletefacebook, divenuto di tendenza in men che non si dica su Twitter e promosso dal co-fondatore di Whatsapp Brian Acton, ne è la conferma.
Elon Musk ha poi precisato che la sua non è stata una mossa politica ai danni del colosso Facebook, aggiungendo tuttavia, in maniera molto diretta, di non amare la piattaforma.
Quella tra Musk e Zuckerberg ha tutti i tratti di una lotta tra titani e i due non mancano di scambiarsi frecciatine. Invidia o semplice rivalità? Ancora presto per dirlo, dato che l'effettivo scambio di battute tra i due sarebbe iniziato solo lo scorso anno: Zuckerberg definì irresponsabile chi si ostinava a mettere in guardia le persone sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale, Musk replicò definendo limitate le conoscenze sull'argomento del patron di Facebook.