Presentata a Roma il 10 maggio, Hannes è la nuova mano robotica, interamente creata in Italia, che sbarcherà sul mercato nel 2019. La protesi è stata sviluppata dal team del Rehab Technologies Lab, iniziativa nata nel dicembre 2013 dalla collaborazione tra INAIL e Istituto Italiano di Tecnologia (IIT).
L'arto artificiale prende il nome dal primo responsabile del centro protesi dell'INAIL, Hannes Schmidl, ed è un risultato rivoluzionario perché consente di riprodurre i movimenti di una mano reale con una efficienza del 90%, rendendola la più accurata mai costruita finora.
Come funziona
La mano bionica è alimentata da una batteria che offre una durata superiore alle altre soluzioni disponibili. Il pollice e le altre dita sono in grado di effettuare una grande varietà di movimenti che consentono di compiere le più svariate attività, dall'afferrare e muovere oggetti sottili come fogli di carta, al sollevamento di pesi fino a quindici chili. Anche il polso può piegarsi in diverse posizioni ed è in grado di effettuare persino un movimento rotatorio. Tutto ciò consente al dispositivo di adattarsi alla forma dell'oggetto afferrato e imitare il più possibile il movimento naturale.
Il paziente sarà in grado di comandare la protesi hi-tech senza alcuna difficoltà, esso infatti dovrà solo pensare ai movimenti che vuole effettuare e il software, attraverso degli elettrodi fissati sulla parte di arto residua, interpreterà gli impulsi elettromagnetici generati dalla contrazione muscolare.
I vantaggi
Grazie a questo progetto sempre più persone che hanno subito l'amputazione di un arto potranno avere accesso a una protesi che non sia solamente estetica. Infatti, questo nuovo prodotto ha un prezzo inferiore del trenta percento rispetto ad altre protesi simili, offrendo una seconda possibilità a chi è stato vittima di incidenti invalidanti.
Non è tutto, il costo viene completamente coperto dall'INAIL per i propri iscritti, e ridotto alla metà per chiunque sia assistito dal sistema sanitario nazionale; questo si traduce in un costo effettivo per il paziente di circa cinquemila euro, notevolmente inferiore ad altre alternative.
L'applicazione del dispositivo non richiede alcun intervento chirurgico, eliminando di fatto i tempi di recupero post operatori.
Il primo a provare la mano è stato Marco Zambelli, che ha potuto così stringere la mano al ministro del lavoro Giuliano Poletti. Il direttore scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia ha affermato che il lavoro non è finito, sono, infatti, in fase di sviluppo protesi di braccia e gambe basati sulla stessa tecnologia della mano.