Il 24 novembre 2025 l’amministrazione statunitense di Donald Trump ha sciolto il Department of Government Efficiency (DOGE), l’unità che era stata creata per ridurre costi, frodi e sprechi nella pubblica amministrazione, nonostante mancassero ancora diversi mesi al termine originario del mandato previsto per l’estate 2026.
Revoca anticipata e leadership dissolta
Secondo il direttore dell’Office of Personnel Management (OPM), Scott Kupor, DOGE «non esiste più» e non ha più una leadership centralizzata, con molte delle sue funzioni ora assorbite dall’OPM stesso.
La dissoluzione risulta ufficializzata anche sul piano operativo, confermando sospetti che circolavano fin dall’estate tra staff e osservatori.
Obiettivi ambiziosi, risparmi incerti
Dogecoin… pardon, DOGE aveva promesso tagli draconiani: Elon Musk aveva parlato di interventi fino a 1 trilione di dollari in risparmi, ampiamente rilanciati sui social. Il sito ufficiale ha rivendicato sul web risparmi per circa 214 miliardi di dollari. Ma indagini giornalistiche e fonti esperte segnalano mancanza di trasparenza e difficoltà a verificare queste cifre. Politico ha stimato che i risparmi documentati siano solo una frazione, mentre analisti come Nat Malkus hanno evidenziato numerosi errori nei dati pubblici.
Danni collaterali e contestazioni legali
Le misure di TAGLIO operate da DOGE hanno avuto conseguenze concrete. Il shutdown dell’USAID ha causato ritardi nei programmi umanitari, stimati da alcuni modelli fino a centinaia di migliaia di morti. Altri interventi, come licenziamenti nel settore della sicurezza nucleare, hanno sollevato allarmi per i rischi alla stabilità e alla sicurezza nazionale. Inoltre, più di una causa legale è stata intentata contro Musk e DOGE, accusati di autorità eccessive non ratificate dal Congresso.
Transizione e nuovi destini dei membri DOGE
Dall’abbandono di Musk all’inizio dell’estate 2025 e della conseguente crisi di leadership, il controllo dell’unità è passato ai ministri competenti.
Diversi membri del team hanno trovato nuovi incarichi istituzionali: Amy Gleason è diventata consigliera al Dipartimento della Sanità, altri sono passati alla nuova “National Design Studio” guidata da Joe Gebbia, co-fondatore di Airbnb, incaricato di «abbellire» i siti governativi.
La lezione del fallimento di DOGE
Il caso DOGE illustra come una missione ambiziosa – ridurre drasticamente la spesa pubblica – possa naufragare se priva di trasparenza, verifica indipendente e assetto istituzionale solido. Le promesse roboanti, i modelli bold e i post virali non sostituiscono la governance democratica. Elimina la burocrazia, certo, ma senza preservare servizi essenziali, rischiando di generare disfunzioni gravi in settori critici.
Quanto successo suggerisce una riflessione: efficienza non può significare dismissione indiscriminata, e innovazione non si costruisce tagliando senza controllo. Il progetto DOGE si chiude prima del tempo, ma le sue implicazioni restano un mezzo campanello di allarme per eventuali operazioni simili.