Waymo ha avviato una sperimentazione interna per integrare Gemini, l’intelligenza artificiale conversazionale di Google, nei suoi robotaxi come assistente a bordo. Questa novità potrebbe rivoluzionare la mobilità autonoma.
Come funziona l'integrazione di Gemini
Secondo l’esperta Jane Manchun Wong, il codice dell’app mobile di Waymo contiene un documento interno chiamato «Waymo Ride Assistant Meta‑Prompt», un sistema di istruzioni di oltre 1.200 righe. Questo sistema definisce nel dettaglio il comportamento che ci si aspetta da Gemini a bordo dei veicoli.
Il framework indica a Gemini di presentarsi come “un compagno AI amichevole e utile integrato nel veicolo autonomo”, fornendo risposte brevi (una‑tre frasi) con un linguaggio semplice e senza tecnicismi. L’assistente può gestire funzioni come temperatura, illuminazione e musica. Altre funzioni, come volume, regolazione del sedile, finestrini o modifica del percorso, non sono abilitate e verranno gestite con frasi del tipo “non posso farlo… per ora”.
Un aspetto importante è la distinzione tra l’identità di Gemini e il sistema di guida automatica (“Waymo Driver”): se un passeggero chiede “come vedi la strada?”, la risposta dovrà attribuire la percezione al Waymo Driver e non all’AI, evitando ambiguità.
Limiti e divieti
Le istruzioni stabiliscono che l’assistente non deve commentare in tempo reale le azioni di guida o eventuali incidenti, né fornire spiegazioni difensive o scusarsi in modo agitato. Se viene sollevata una questione problematica (per esempio, un video di un presunto impatto), Gemini è programmato per deviare la conversazione con un tono neutro.
Gemini può rispondere a domande generali (sul meteo, sull’altezza della Torre Eiffel o sugli orari di chiusura di un negozio), ma non può agire nel mondo reale, ad esempio ordinare cibo, fare prenotazioni o gestire emergenze.
La posizione ufficiale di Waymo
Waymo ha confermato che “alcune di queste funzionalità potrebbero o meno essere integrate nell’esperienza utente”, e che il team sta lavorando per rendere le corse “più gradevoli, fluide e utili”, senza però annunciare un lancio immediato.
Gemini nel settore auto: il trend
Questo esperimento di Waymo si inserisce in un trend più ampio: anche General Motors ha annunciato l’introduzione di un assistente AI basato su Gemini nelle sue auto a partire dal 2026, segnalando una espansione dell'AI conversazionale nel settore automotive.
I vantaggi per i passeggeri
L’integrazione di Gemini nei robotaxi offre un valore aggiunto all’esperienza del cliente, mettendo a disposizione interfacce conversazionali contestualizzate nella mobilità autonoma. Un assistente “virtuale” in grado di rispondere in modo rapido, personalizzato e rassicurante può ridurre l’ansia e aumentare la fiducia dei passeggeri.
Nonostante i limiti, il sistema cerca un equilibrio tra usabilità e sicurezza: offre libertà di interazione informativa, ma evita che l’AI diventi interprete delle scelte del sistema di guida, ruolo riservato al Waymo Driver.
Sviluppi futuri
Se l’esperimento avrà successo, in futuro potrebbero essere estese le funzionalità disponibili (come prenotazioni o servizi contestuali) e l’integrazione con dispositivi esterni, trasformando Gemini in un hub conversazionale in mobilità.
L’approccio di Waymo è diverso da quello di Tesla con Grok: Grok punta su conversazioni più lunghe e di “compagnia”, mentre Gemini è pensato per essere efficace, pertinente e rassicurante.
Si profila, quindi, una visione di AI orientata al servizio pratico, sicuro e discreto, in cui l’innovazione è supporto frammentato, contestuale e human‐centrico.
Questa sperimentazione è un passo avanti verso i futuri standard della mobilità autonoma: non solo guidare da soli, ma anche viaggiare con un assistente AI utile, comprensibile e rassicurante.