Il bagno a mare lo hanno fanno in pochi. Quelli che proprio non ce l’hanno fatta a resistere al caldo spietato di Castel Volturno (provincia di Caserta). Il Jova Beach Party, straordinario show musicale di Lorenzo Cherubini si apre con un freestyle dell'artista incastonato dentro ‘Nu’ juorno buono’, prima emozione della maratona della terza tappa - dopo Lignano Sabbiadoro e Rimini - del suo tour estivo per le principali spiagge italiane. Il bagno di sudore, invece, lo fanno tutti i presenti, svestiti sino al limite dell’osceno e/o della grande bellezza.
‘Castel Volturno beach sei meglio delle Hawaii’, urla Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, dal mega palco che domina il lido Fiore Flava Beach del litorale domizio. Poi la dedica all’amico Pino Daniele, orgogliosamente nero a metà, che Jova omaggia intonando il brano ‘Yes I know my way’.
Lo show
Sul palco principale salgono, assieme al protagonista, anche i colleghi Enzo Avitabile, Rocco Hunt e - a sorpresa, non atteso né annunciato - Clementino. I tre intonano alcuni brani più celebri del 'Lazzaro Felice' tra cui 'Terra Mia', 'Je so' pazzo', 'Resta quel che resta', 'Quando'. C'è spazio anche per il 'Dedicato a Pino Daniele', brano che proprio il rapper Clementino scrisse all'indomani della dipartita dell'uomo in blues.
Il mare, in realtà, non bagna Castel Volturno, per un giorno ombelico del mondo: fuori dal Flava Beach clandestini e meretrici africane, dentro la tribù italiana che balla fino a notte fonda e oltre. Il Jova Beach Party ricorda i cinquant'anni dallo sbarco sulla Luna, assicura che le ragazze della Domitiana sono belle come quelle che di Ipanema, passa da una 'Bella ciao' dal vivo alla voce di Giuni Russo su disco, da un 'Andamento lento' versione techno alla chitarra di Bombino.
Le polemiche: lunghe file e rifiuti sulla spiaggia
Nel gioco dei tre palchi, dei costumi delle ragazze che cadono malandrini, nell'andirivieni di Jova dai set dei suoi ospiti, dai bambini che arrostiscono al sole, delle docce anche da vestiti, dei bassi che pompano selvaggi, dei tamburi a go-go, prosegue la prima parte del mega concerto, quella pomeridiana.
Sembrerebbe che persino per le forze dell'ordine tutto funzioni, o quasi. Certo, la fila per entrare è stata lunga e stancante, quella per andar via lo sarà ancora di più. Chi arriva da stradine laterali cammina su siringhe, rifiuti, preservativi. Tra tre giorni la spiaggia sarà più pulita rispetto a prima, o almeno così prometto l'uomo del pensiero positivo. Ma quel che è sicuro è che tutto qui tornerà come prima: terra dei fuochi, dei casalesi, del caporalato, del lavoro nero per i neri sfruttati e gli italiani rimasti ai margini della società.