Il rapporto tra autore ed editore in Italia. Questo l'argomento trattato al Salone del Libro di Torino a Lingotto Fiere, nell'Arena Piemonte. Un incontro corale, organizzato dalla casa editrice E/O, con moltissimi visitatori che hanno ascoltato il dialogo tra Massimo Carlotto, Sandro Ferri e Sandra Ozola che ha fatto conoscere il caso editoriale di Christa Wolf. Un appuntamento per conoscere tutte le problematiche sul rapporto tra aspiranti autori e il lavoro editoriale delle case editrici, un rapporto molto delicato tra passato e futuro dell'editoria in Italia.

Salone Internazionale del Libro di Torino, l'intervento di Sandro Ferri fondatore d E/O

«L'editore per noi è una persona che deve mettercela tutta, deve avere una passione, un rapporto complesso con l'autore - spiega Sandro Ferri, fondatore di E/O - non sempre rose e fiori, che è al centro del rapporto con l'autore. Quando trovammo la Wolf abitavamo a Berlino Est, una gita studiata. Abbiamo fatto un percorso preciso che finiva in un punto del muro. È molto importante un rapporto stretto, un rapporto personale, è tutto questo che c'è dietro al lavoro editoriale e non si vede. Se parliamo di un libro da pubblicare l'autore viene a parlare con noi. Il confronto per un autore è importantissimo, cosa ne pensa l'editore e l'autore.

Che tipo di lancio? La copertina? La prefazione? Sono punti importanti in una prima fase editoriale

Tutto quello che c'è stato, il lavoro editoriale, è una cosa che definisco "sentimentata". È lì che si sviluppa un dibattito interno. Gli autori si devono stimare, sostenere, e bisogna avanzare un progetto. Raccontare in tutti i modi possibili le trasformazioni editoriali in Italia è una sfida.

Tra autori oggi ci si comincia a confrontare. E questa è una novità, non è una cosa data per scontata. Questo sta diventando una differenza, una cosa che noi riusciamo a vedere. Io sono molto affezionato ai titoli ad esempio. C'è un dibattito molto intenso, capita a volte. Ma in Italia c'è un atteggiamento zen nelle case editrici sulla scelta dei titoli».

Detto in maniera diretta, a me se l'autore non è simpatico non ci continuo a lavorare se all'autore non gli piace la casa editrice. Bisogna lavorare veramente insieme: si lavora 1, 2 giorni, ci si confronta su tutti i problemi commerciali. Poi noi siamo una casa editrice piccola ma abbiamo un privilegio di fare delle cose particolari. È un modo di lavorare con cui cerchiamo di divertirci. Il lavoro editoriale è un lavoro difficile ma noi manteniamo questa tendenza artigianale. Cerchiamo autori che rispondano a queste esigenze. Siamo molto curiosi, di sentire il feedback. E ancora non sappiano ad esempio se nel sud Italia leggono i nostri libri.

Per noi il libro, l'autore, sono una cosa sacra. Per noi è un punto unitario. Nel mondo editoriale c'è una persona che legge il libro, è l'editore, che conosce benissimo l'autore e quello che ha scritto. Poi tutto deve essere lasciato ai tecnici che comunque trattano il libro come una merce. Ma da noi non è così: dal momento dalla scrittura al momento della fine consigliamo sempre: così stai andando bene, così male, e tutto. Diamo una consulenza, un appoggio, seguiamo l'autore nel suo percorso di scrittura nel tempo. Perché lavorare per un progetto significa sinergia.