Tante, troppe le imprese di Torino che nel corso dell’ultimo anno hanno faticato a sopravvivere come conseguenza delle chiusure e delle restrizioni imposte dal Governo per il contenimento del coronavirus. Ogni settore ha dovuto fronteggiare problemi difficilmente gestibili, ma c’è un mercato cittadino che non ha patito l’effetto dei lockdown prolungati. Anzi, ne è stato addirittura favorito. Si tratta, purtroppo, del traffico di stupefacenti, che dal marzo scorso ha registrato un enorme incremento di venditori e produttori.
I numeri
Nei primi due mesi del 2021 la polizia ha sequestrato un quantitativo di stupefacenti di molto superiore agli standard.
Si parla di una tonnellata di cannabinoidi, 1300 grammi di eroina e 6 chili di cocaina purissima, confermando il boom di sequestri già effettuati nel 2020. Aumentano, fanno sapere le forze dell’ordine, le coltivazioni in casa, con la trasformazione di stanze, appartamenti, alloggi e piccoli capannoni in serre urbane, spesso insospettabili se viste dall’esterno. Come il casolare di Brozolo dove i carabinieri di Cavagnolo e Verolengo hanno trovato oltre 600 piante di cannabis, tutte alte più di un metro e mezzo, con i macchinari per la coltivazione, il confezionamento e lo stoccaggio dello stupefacente. In manette i proprietari, tre albanesi e un italiano.
I casi
Un mercato pericoloso, sì, ma con margini di profitto altissimi.
Basta guardare il caso di Michael Armenia, ventiquattrenne di Giaveno, incensurato, arrestato nei giorni scorsi dagli agenti del commissariato di Rivoli. Le segnalazioni parlavano di un “fornitore” che spacciava “direttamente dalla sua abitazione”, ed è lì che gli agenti, in seguito a un blitz, hanno trovato tre chili di marijuana e oltre 25 mila euro nascosti in un armadio.
Proventi dello spaccio, ha subito ammesso il giovane. A Torino l’ultimo caso: una pattuglia della polizia percepisce l’odore della marijuana, intensifica i passaggi, cerca di individuarne la fonte e infine identifica un alloggio al piano terra. All’interno, due serre artigianali di quattro metri quadrati ciascuna, attrezzate con deumidificatori, lampade UV, filtri, temporizzatori e termometri elettronici.
Abbastanza per arrestare l’inquilino, Andrea Belsanti, 46 anni, percettore del reddito di cittadinanza e piccolo imprenditore dello spaccio.
Il sequestro di 'Amnesia'
Il risultato più importante è stato raggiunto nei giorni scorsi dagli investigatori della Squadra Mobile al comando di Luigi Mitola. In manette il gestore di un deposito di Nichelino, un fattorino di 29 anni che approfittava della libertà di movimento garantitagli dal proprio lavoro per consegnare tranquillamente anche gli stupefacenti a una vasta platea di clienti residenti a Nichelino e Moncalieri. Sono bastati alcuni giorni di pedinamenti per permettere agli agenti di Mitola di scoprire il deposito, e di procedere con un blitz.
Il risultato è stato il sequestro di venti chili di hashish e di oltre trentadue chili di marijuana, oltre a bilance elettroniche, sacchetti per il confezionamento e circa 7 mila euro. La maggior parte dello stupefacente sequestrato apparteneva al tipo “Amnesia”. Considerata la nuova droga dello sballo, si tratta di una variante di cannabis potenziata grazie all’irroramento di eroina, metadone e altri componenti chimici.