Daniel Day-Lewis, uno dei più grandi attori cinematografici, vincitore di ben tre premi Oscar, ha annunciato il suo ritiro dalle scene. A confermare l'indiscrezione riportata da Variety è stata la portavoce Leslee Dart: "Daniel Day-Lewis non lavorerà più come attore. È immensamente grato a tutti i suoi collaboratori e sostenitori. La sua è una decisione privata su cui lui o i suoi portavoce non rilasceranno ulteriori commenti''. Non è possibile sapere le ragioni del suo ritiro, anche se l'attore non è nuovo a questo tipo di scelta. Nel 1997, infatti, la star si era ritirata dalle scene per trasferirsi a Firenze, svolgendo l'attività di apprendista calzolaio in una bottega artigianale di scarpe per vip.

Quella volta, ci aveva pensato Martin Scorsese nel 2001 a portarlo via dalla sua casa in piazza Santo Spirito, convincendolo a interpretare "Bill il Macellaio" nel suo "Gangs of New York". Film per il quale, tra l'altro, sfiorò nuovamente l'Oscar, dimostrando che quattro anni di distanza dallo star system non erano riusciti ad intaccarne lo straordinario talento.

Una carriera leggendaria

Di origini inglesi, Day-Lewis esordisce sul palco londinese del Bristol Old Vic negli Anni Settanta. Bisognerà attendere fino al 1982 per la sua prima interpretazione cinematografica, anno in cui partecipa a "Ghandi", per la regia di Attenborough. Da lì in poi, con meno di una ventina di pellicole, riesce ad imporsi come uno degli attori più osannati della scena.

A fare la differenza è infatti il suo metodo attoriale, estremamente curato e preciso, con il quale si immedesima perfettamente nel personaggio, dando un'impressione unica di realismo allo spettatore. Nel 1989, infatti, verrà premiato con l'Academy Awards per l'interpretazione dello scrittore e pittore irlandese Christy Brown in "Il mio piede sinistro": il protagonista della pellicola è un artista quasi totalmente immobilizzato, eccezion fatta per il piede sinistro, che riesce a padroneggiare a tal punto da diventare un artista apprezzato da tutti.

Dopo questa notevole interpretazione, seguiranno altri film di successo, fra cui il cult "L'ultimo dei Mohicani" di Mann (1992) e il già citato "Gangs of New York", esperienze che fanno da preludio ad un'altra splendida prova attoriale: "Il Petroliere", per la regia di Paul Thomas Anderson, gli permette di guadagnarsi il suo secondo Oscar, lasciando il segno in questa memorabile pellicola del 2007.

Dopo "Nine" (di Rob Marshall, 2009), Daniel Day-Lewis offre la sua ultima performance: interpretando il 16° Presidente degli Stati Uniti d'America in "Lincoln", diretto da Spielberg, si rende meritevole del terzo Oscar come miglior attore protagonista. Con questa statuetta raggiunge Jack Nicholson e Walter Brennan, gli unici attori ad aver vinto tre volte il premio come migliori attore. Quella di Lincoln è anche la sua ultima interpretazione, prima del suo ritiro dalle scene, ufficializzato il 20 giugno.

Il ritiro di Daniel Day-Lewis lascia un grande vuoto nel mondo del Cinema, difficilmente rimpiazzabile da un altro attore. Quasi impossibile pensare che altri siano in grado di trasmettere la stessa sincerità e la medesima precisione con l'interpretazione di ruoli altrettanto indimenticabili, per sempre impressi nella storia della settima arte.