La quinta e ultima stagione di Stranger Things [VIDEO] è ufficialmente iniziata: il primo volume è arrivato su Netflix il 27 novembre 2025, seguito da due nuovi capitoli attesi per il 26 dicembre e poi il grande finale il 1° gennaio 2026.

Per quattro stagioni , Will Byers è rimasto ai margini di Stranger Things, quasi un’ombra che attraversava la storia senza reclamarla. Non era un personaggio debole, ma uno disallineato: un ragazzo che sente troppo e parla poco. La sua difficoltà a trovare un linguaggio per ciò che prova ha costruito il ritratto credibile dell’adolescenza introversa, che resta zitta anche quando avrebbe bisogno di essere ascoltata.

La sua marginalità, col senno di poi, era una scelta precisa.

Will Stranger Things: un glow-up che è crescita umana

Con la quinta stagione tutto cambia. Will non è più lo spettatore ferito della storia di Hawkins, ma il suo centro emotivo e narrativo. È una presenza più sicura, più densa, finalmente proporzionata al peso che la serie gli aveva lasciato intuire sin dalla prima stagione.

Un momento centrale per la crescita di Will è il monologo di Robin Buckley. Robin prende Will da parte e gli parla con sincerità, raccontando la propria esperienza di paura, fragilità e accettazione di sé. Le sue parole aiutano Will a capire che non deve cercare conferme esterne, ma può riconoscere e accettare ciò che è dentro di sé.

Questo momento segna un passaggio fondamentale: per la prima volta, Will riesce a guardarsi dentro senza paura, a integrarsi emotivamente e a trovare la forza di esprimere se stesso. La sua vulnerabilità, accolta e compresa, diventa la leva che gli permette di connettersi con ciò che fino a quel momento era solo latente.

La rivelazione: Will ha poteri più profondi del previsto

In parallelo alla sua crescita emotiva, emergono i suoi poteri sovrannaturali. La prima parte di Stranger Things 5 rivela che Will possiede abilità psichiche straordinarie, connesse direttamente alla mente collettiva del Sottosopra, a Vecna e al Mind Flayer. La spiegazione più immediata è che, nel 1983, Will abbia assorbito parte dei poteri di Vecna durante la sua permanenza nel Sottosopra.

Ma la teoria più affascinante suggerisce che Will sia uno “Stregone” nel senso di Dungeons & Dragons: qualcuno che non apprende il potere, ma lo possiede da sempre. Il titolo dell’ultimo episodio, Lo Stregone, sembra rafforzare questa lettura.

Il legame tra il monologo di Robin e i poteri di Will è chiaro: solo dopo aver accettato la propria vulnerabilità e aver trovato coraggio e consapevolezza interiore, Will riesce a far emergere le sue abilità. Emozione e sovrannaturale si intrecciano così in un percorso coerente, che rende credibile la sua evoluzione da ragazzo in disparte a protagonista assoluto.

Se Will fosse davvero un “innato”, Vecna non lo avrebbe rapito per caso. La scelta di Will come vittima potrebbe derivare dalla consapevolezza del villain del potenziale straordinario del ragazzo, simile a quello che Henry Creel mostrava da bambino.

Le radici del male affondano profondamente nella storia di Hawkins, e Will diventa il punto di contatto tra il mondo umano e quello sovrannaturale.

Il cuore segreto di Stranger Things

Stranger Things 5 non trasforma Will: lo rivela. La sua sensibilità silenziosa, la sua fragilità, la sua capacità di percepire e sentire più degli altri diventano finalmente strumenti di potere e centralità narrativa. La serie mostra che la voce di Will, così difficile da tirare fuori, era in realtà quella che mancava per comprendere davvero il Sottosopra.

Il finale di Stranger Things passerà inevitabilmente da lui. Will Byers non è più il ragazzo che si perde: è quello che finalmente si ritrova, completo di emozioni e poteri, pronto a chiudere la sua storia e quella di Hawkins.