Per la serie BlastingTalks intervistiamo la travel blogger Anna Pernice. Anna è travel blogger di professione, giornalista, social media strategist e digital pr. È inoltre autrice dei libri “Manuale per aspiranti blogger” e “Spezie e moschee. Quattro viaggi tra i profumi e i colori del Medio Oriente”.

Blasting Talks è una serie di interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali.

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Partiamo dall’inizio della sua carriera come travel blogger: raccontaci da dove hai cominciato.

Ho iniziato nel lontano 2013 quasi per gioco. All’epoca lavoravo in azienda come responsabile comunicazione e gestivo il blog aziendale. Ho deciso di aprire un mio spazio sul web nel quale raccontare le mie passioni. È nato così “Travel Fashion Tips” il mio blog di viaggi e lifestyle. Un po' alla volta il blog è cresciuto, è nato Instagram ed il lavoro di blogger ha iniziato ad assorbirmi a tempo pieno fino a quando non mi sono licenziata da un lavoro a tempo indeterminato per fare la blogger di professione.

Dietro al suo lavoro c’è moltissima preparazione, oltre a competenze specialistiche in campi differenti tra di loro: può darci dei dettagli su ciò che normalmente le persone danno per scontato rispetto a questa professione?

Molti pensano che fare la blogger significhi postare una foto su Instagram e basta. In realtà il lavoro di blogger prevede competenze di scrittura, SEO, storytelling, social media strategy, fotografia, riprese e montaggi video. Scrivere un reportage di viaggio sul blog richiede anche due giornate intere di lavoro per la ricerca delle informazioni e delle fonti giuste, l’ottimizzazione in ottica SEO e la post-produzione delle foto.

C’è poi tutta la parte di condivisione sui social network e di gestione della community. Ogni condivisione va fatta secondo una strategia ben precisa e nulla viene lasciato al caso.

Moltissimi sognano di diventare travel blogger: perché ha deciso di scrivere un libro su questo argomento e quali consigli darebbe loro?

Proprio perché tanti sognano di fare questo lavoro e le richieste su come farlo sono tante.

Ho iniziato nel 2016 a insegnare travel blogging e storytelling dapprima in workshop e corsi di formazione sporadici. Ora a tempo pieno per l’Istituto Europeo del Turismo, dove sono docente di travel blogging e instagram storytelling. E proprio dalle mie prime lezioni è nata l’idea di scrivere un manuale pratico su come aprire un blog e farlo diventare un lavoro a tutti gli effetti. È nato così “Manuale per aspiranti blogger” edito dalla Dario Flaccovio Editore, oggi già alla sua seconda edizione aggiornata.

Qual è stato l’impatto della pandemia nel settore e com’è cambiato il suo modo di lavorare?

Occupandomi principalmente di viaggi, la pandemia ha avuto un grosso impatto sul mio lavoro. All’improvviso mi sono vista annullare tutti i progetti di viaggio e le visite al blog hanno iniziato a diminuire drasticamente perché nessuno cercava più informazioni di viaggi.

Non è stato semplice, fino a quando non ho deciso di dare una svolta alla mia vita e di partire per Fuerteventura, dove un po' alla volta ho ripreso a fare i miei reportage di viaggio e a riconquistare la mia community che, impossibilitata a viaggiare, ha iniziato a sognare attraverso le mie stories e le mie foto.

Recentemente ha scelto di trasferirsi a Fuerteventura, nelle isole Canarie: può raccontare perché?

È stato tutto molto casuale e improvviso. Non avevo mai preso in considerazione le Canarie prima della pandemia. Poi però durante il secondo lockdown erano tra i pochi posti in cui era possibile viaggiare e, essendo Fuerteventura un’isola semideserta, i casi di Covid erano davvero pochissimi.

Sono partita all’improvviso con un volo di sola andata senza sapere cosa aspettarmi. Ho maturato la decisione in una settimana, avevo preso casa per solo un mese e nessun volo di ritorno in modo tale da poter ritornare appena avessi voluto. Poi però quel mese si è trasformato in un’esperienza di vita.

Blog, social media e metaverso, l’evoluzione degli strumenti di comunicazione digitale è sempre più veloce: a suo parere come tutto ciò cambierà il modo di fare travel blogging nei prossimi anni?

In questi ultimi anni ho visto tantissime trasformazioni nel lavoro di travel blogger e la comunicazione sta diventando sempre più veloce. Dagli articoli dettagliati sul blog si è passati a reel e tiktok di 15 secondi nei quali racchiudere l’intera esperienza di viaggio.

Spero che nel futuro si ritorni a una comunicazione più autentica e meno patinata di come sta evolvendo in questi ultimi anni.

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