La Cina allerta i bombardieri e la tensione sale, inevitabilmente. In realtà Pechino starebbe tentando ormai da giorni la missione diplomatica nei confronti del regime nordcoreano, ma le richieste di incontro non hanno avuto alcuna risposta, positiva o negativa, da Pyongyang. Semplicemente il silenzio ed è l'ulteriore dimostrazione che i rapporti tra i due Paesi si sono raffreddati irrimediabilmente negli ultimi anni. Tutto questo, nonostante sia ancora in vigore un'alleanza militare che dura praticamente dalla Guerra di Corea degli anni '50, ed in barba agli ingenti aiuti economici che la Cina ha fornito all'ingombrante vicino nel corso dei decenni.

Proprio in merito a quest'ultimo elemento, dimostrazione pratica di come l'economia nordocoreana poggi quasi escluivamente su Pechino, Xi Jinping ha in mano l'unica leva diplomatica per riportare alla ragione Kim Jong-un. Ma il leader cinese ed il giovane dittatore di Pyongyang non si sono mai incontrati personalmente da quando il primo, nel 2012, è diventato la guida del Partito Comunista di Pechino.

Le nuove minacce di Kim Jong-un

Le notizie di una flotta statunitense in arrivo, ma ancora ben lontana dalla penisola coreana contrariamente a quanto aveva annunciato la Casa Bianca nei giorni scorsi, hanno probabilmente rincuorato Kim Jong-un. Alla "spada pronta" di Mike Pence, il regime di Pyongyang ha controbattuto utilizzando un termine decisamente caro dalle parti di Washington, quello di un "attacco preventivo contro gli Stati Uniti".

I possibili obiettivi di questa azione non riguardano certamente il territorio americano, la Corea del Nord possiede missili intercontinentali sulla cui affidabilità ci sono parecchi dubbi, visto che non sono mai stati realmente testati. A disposizione delle forze armate però ci sono numerosi missili di medio e corto raggio, sono in grado di far male se diretti verso la vicina Corea del Sud e non sarebbe la prima volta che Pyongyang passa dalle parole ai fatti: è accaduto nel novembre del 2010 quando il regime allora guidato da Kim Jong-Il decise di scatenare colpi di artiglieria contro l'isola di Yeonpyeong.

In quel caso si trattò di un 'attacco preventivo', la scusa adottata dalla Corea del Nord era quella di una minaccia scaturita dalle esercitazioni miliitari sudcoreane nelle acque antistanti l'isola. L'azione causò una decina di morti ed oltre una cinquantina di feriti, vinse comunque la diplomazia ed il conflitto fu scongiurato.

Incognita cinese

Tornando alla notizia di uno stato di allerta che starebbe coinvolgendo anche l'aviazione cinese, le motivazioni di questa scelta sono molteplici. Il pericolo di un'escalation militare è tutt'altro che scongiurato, probabilmente Xi Jinping vuole semplicemente farsi trovare pronto nel caso in cui accada l'inevitabile. Quale sarebbe la posizione della Cina nel caso di una guerra tra Corea del Nord e Stati Uniti? Difficilmente Pechino onorerebbe il patto militare stipulato nel 1961, ci sono troppi interessi economici in gioco per tornare a far la guerra all'Occidente come ai tempi di Mao. Visto sotto un'altra prospettiva, però, lo scoppio di un conflitto che potrebbe rivelarsi fatale per il regime nordcoreano non rende certamente tranquillo il governo cinese.

Nonostante le relazioni ben avviate da Xi Jinping con l'amministrazione Obama, che sembrano trovare un seguito anche con Donald Trump dopo il recente incontro in Florida, a Pechino ci si fida ancora poco della politica statunitense e la possibilità di una penisola coreana riunificata sotto l'influenza della Casa Bianca è l'ultima cosa che la Cina vuole vedere in atto. Qualcuno ha ventilato la tesi di un possibile intervento militare volto a rovesciare il regime nordcoreano per mettere al comando un leader dichiaratamente filo-cinese. Fantapolitica per il momento, ma fino ad un certo punto. Qualora fallisse ogni ulteriore tentativo diplomatico ed il rischio di una guerra su larga scala diventasse invero minaccioso, è certamente una delle opzioni sul tavolo.

Trump, fiducia e perplessità

Da parte americana, sappiamo per certo che la flotta guidata dalla portaerei 'Carl Vinson' è ancora lontana e che, pertanto, un attacco alla Corea del Nord non è imminente. Nel corso della conferenza stampa convocata in occasione della missione statunitense del premier italiano, Paolo Gentiloni, Donald Trump ha dichiarato di riporre molta fiducia sulle capacità diplomatiche di Xi Jinping. "Sta lavorando come mai in passato per affrontare la Corea del Nord", ha detto il presidente degli Stati Uniti che ha però riferito ai giornalisti "di alcune mosse insolite tra Cina e Corea del Nord nelle ultime ore". Riteniamo si riferisse allo stato di allerta che coinvolge l'aviazione di Pechino, notizia peraltro resa nota dalla Cnn la cui fonte sarebbero dirigenti militari USA. La Casa Bianca è dunque perplessa da questo evento, per certi versi inaspettato, e ne ha tutte le ragioni.